sabato, 19 Aprile, 2025
Società

Sangalli lancia l’allarme sul potere d’acquisto: “Senza fiducia e interventi urgenti niente crescita”

Il Presidente di Confcommercio è preoccupato: salari fermi, redditi in calo e consumi bloccati

Una notizia di certo non positiva per i consumi nostrani: il 2025 sta proseguendo sotto il segno dell’incertezza per l’economia italiana. Lo scenario delineato dal Forum di Confcommercio, organizzato in collaborazione con The European House -Ambrosetti a Villa Miani, mostra un Paese ancora frenato da consumi stagnanti, pressione fiscale e costi energetici elevati. Il Presidente dell’Associazione Carlo Sangalli ha colto l’occasione per lanciare un un appello forte e chiaro al governo: “Servono interventi immediati per ridurre le tasse sul ceto produttivo e rilanciare la domanda interna”. Secondo il rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio, il potere d’acquisto degli italiani, al netto del costo della vita, risulta ancora del 26,5% inferiore rispetto a quello dei tedeschi e del 12,2% rispetto ai francesi. Anche considerando i contributi sociali, più alti in Italia, il gap resta significativo: -16,5% con la Germania e -11% con la Francia.

La causa principale di questo divario? La bassa produttività del lavoro: “Il prodotto per occupato in Italia è fermo da trent’anni”, ha detto Mariano Bella, Direttore dell’Ufficio Studi. Un blocco strutturale che si riflette chiaramente su redditi, investimenti e consumi.

I consumi

La domanda interna resta debole. I consumi delle famiglie italiane, pur in lieve ripresa (+1,2% stimato per il 2025), non sono tornati ai livelli del 2007. A pesare è una combinazione di fattori: paura del futuro, memoria di una lunga stagnazione, redditi bassi. Anche se il potere d’acquisto è in ripresa grazie ai rinnovi contrattuali e all’inflazione sotto controllo, gli italiani scelgono di risparmiare. La ‘terziarizzazione’ dell’economia cambia anche le abitudini di spesa: cala il budget destinato ad alimentari (-408 euro pro capite rispetto al 2007), abbigliamento (-92 euro) e trasporti (-765 euro), mentre aumentano le spese per cultura, tempo libero (+316 euro) e sanità (+112 euro).

Confcommercio ha stimato dunque una crescita del Pil allo 0,8% per il 2025 e allo 0,9% per il 2026, in ribasso rispetto alle precedenti proiezioni: “Il Documento di finanza pubblica del governo ci dice che le stime tendenziali per il 2025 sono appena dello 0,6%”, ha aggiunto Sangalli.

Dazi, energia e regole globali

Al Forum si è discusso anche del contesto geopolitico: “La parziale marcia indietro dell’amministrazione americana è una buona notizia, ma le oscillazioni di politica economica generano incertezza”, ha proseguito Sangalli. “Servono negoziazioni multilaterali per abbattere le nuove barriere tariffarie. Senza regole comuni, la competizione rischia di diventare squilibrata e ingiusta”. Sull’energia, il Presidente di Confcommercio ha evidenziato l’aumento dei costi: le imprese del terziario pagano oggi tariffe elettriche superiori del 53,5% rispetto al 2019, e il gas costa l’88,2% in più: “Le misure adottate finora non bastano. Serve un piano strutturale: efficienza energetica, più rinnovabili, nucleare sostenibile, e revisione della fiscalità sulle bollette”.

Un raggio di luce arriva dal turismo: “Negli ultimi 35 anni le presenze straniere in Italia sono aumentate del 200% e tutta la nuova occupazione è arrivata dal terziario di mercato”, ha ricordato Sangalli. “Dobbiamo puntare su questi settori con politiche mirate e investimenti adeguati”.

Nel corso del Forum si è discusso anche del futuro dell’Europa nella nuova legislatura Ue, del ruolo dell’innovazione e dell’Intelligenza Artificiale per rilanciare produttività e competitività: “Nonostante le difficoltà, abbiamo inflazione sotto controllo, occupazione ai massimi, redditi reali in crescita. Abbiamo le basi per affrontare questo periodo complesso, ma serve un patto tra istituzioni e imprese per rilanciare consumi e sviluppo. La fiducia è l’ingrediente fondamentale per far ripartire i consumi. Senza fiducia, non c’è investimento, non c’è crescita. Ecco perché bisogna intervenire ora, con decisione”, ha concluso Sangalli.

 

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