Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”.
È vero, ci aspetta sempre una nuova alba, ma intanto per molti “La notte è un posto sicuro”. È questo il titolo del film di Giuseppe Papasso, che narra di un lungo viaggio intrapreso da Hamid, un giovane eritreo il cui obiettivo è quello di arrivare in Svizzera dal fratello, muovendosi come un’ombra per scampare ai pericoli che lo aspettano durante il percorso.
Come protagonisti del racconto troviamo Amin Nour nei panni del protagonista Hamid, con la partecipazione di Donatella Finocchiaro, Alessandro Haber, Peppe Servillo che interpreteranno alcuni dei tanti personaggi che Hamid incontrerà lungo il suo percorso, con tante sfaccettature. Ognuno dei quali gli lascerà qualcosa, sia di positivo che negativo, che aiuterà il nostro protagonista a crescere e a farlo avvicinare sempre di più al suo obiettivo, mantenendo però la sua integrità e i suoi principi.
In questo vero e proprio viaggio dell’eroe, il regista riesce a mettere in luce tutte le barriere linguistiche, sociali e fisiche che i migranti si ritrovano davanti mettendo lo spettatore di fronte alla cruda realtà dei fatti, andando sui luoghi reali, parlando con gli immigrati vedendo le loro condizioni di vita e ascoltando le loro storie. Nonostante ciò il film non risulta mai pesante o difficile da guardare, anzi, anche grazie ad un montaggio sostenuto, accompagnato anche dalla musica evocativa di Paolo Vivaldi che riesce a restituirci la bellezza del medio oriente anche quando il protagonista si troverà immerso nei tipici paesaggi italiani. Si mischia così la cultura orientale con quella occidentale senza alcuna forzatura.
La sceneggiatura è semplice, dice l’essenziale, non ci sono parole di troppo, il film comunica soprattutto con le immagini, gli sguardi carichi di emozioni di Hamid e le scenografie che ricalcano ancora di più la solitudine del personaggio, soprattutto con un abile gioco di luci ed ombre. Il regista stesso infatti ci dice come per le scene notturne, hanno preferito lasciare la scarsa illuminazione naturale, per rendere tutto più vero, intimo, quasi come se fossimo li con lui, immersi nell’oscurità della notte, l’unico momento di riposo tra un domani incerto e un presente poco rassicurante, creando tensione ed interesse che terrà lo spettatore attaccato allo schermo con il fiato sospeso e la tipica domanda in mente del “e ora come va a finire?”.
Il film, le cui riprese sono iniziate prima del covid si sono dovute interrompere proprio a causa della pandemia, e si è potuti tornare a lavori solo in un secondo momento, forse però non è stato del tutto un male. Nel periodo storico che stiamo vivendo, è sempre più importante mettere in luce tematiche come l’immigrazione, il razzismo, la diversità ricordandoci di non alzare muri ma di tendere una mano. Alle volte basterebbe poco per capite che culture diverse possono coesistere proprio come accade anche nel film in più occasioni, facendoci aprire gli occhi su tutti gli aspetti che non funzionano nel nostro paese e sui quali molte volte si sceglie di chiudere un occhio.
Insomma “La notte è un posto sicuro” è un film che vale sicuramente la pena di essere visto, portando avanti tematiche importante, affrontate con serietà e grande emozione e che, grazie alla sensibilità per i dettagli di Giuseppe Papasso e alla brillante interpretazione di Amin Nour, è capace di raccontarci una realtà difficile più vicina a noi di quello che sembra.
Daniela Gentile