martedì, 15 Ottobre, 2024
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Save the Children: “A Gaza l’uccisione dei bambini non può essere considerata un danno collaterale”

La situazione nella Striscia di Gaza peggiora di giorno in giorno, con gli attacchi che colpiscono aree civili e ospedali, rendendo impossibile trovare un rifugio sicuro. Quasi 400.000 palestinesi, rimasti bloccati nel nord, sono costretti a fronteggiare la fame e la devastazione. Intanto, nel sud, l’ospedale Al-Aqsa, che era stato designato come zona umanitaria e rifugio per migliaia di persone, è stato colpito da un incendio massiccio causato da un attacco aereo israeliano. I rapporti indicano che almeno 300 persone hanno perso la vita nei primi nove giorni di bombardamenti. L’incendio all’ospedale Al-Aqsa, situato nella zona umanitaria nel sud di Gaza, ha colpito pazienti e famiglie che avevano trovato riparo nelle tende allestite all’esterno. Il rogo ha causato numerosi morti e feriti, con soccorritori che hanno trovato corpi bruciati e carbonizzati. L’ospedale si trova vicino alla clinica dove i bambini stanno ricevendo il secondo ciclo di vaccini antipolio, un tragico contrasto tra gli sforzi umanitari e la brutale realtà del conflitto. “Quello che stiamo vedendo ora a Gaza sembra il fondo dell’inferno,” ha dichiarato Jeremy Stoner, Direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente. “Nessun luogo è sicuro. Nel nord, una popolazione affamata da due settimane è intrappolata in una zona di morte, mentre nel sud, l’area indicata come sicura, l’ospedale Al-Aqsa è stato distrutto dal fuoco e dai bombardamenti”.

Il grido di allarme

Stoner ha sottolineato l’assurdità della situazione in cui si trovano le famiglie palestinesi: mentre tentano di seguire gli ordini di evacuazione emessi dalle forze israeliane, si ritrovano in zone che diventano rapidamente bersagli dei bombardamenti. “Gli ordini di evacuazione rischiano di diventare ordini di esecuzione”, ha detto, evidenziando come a Gaza i bambini e le famiglie siano lasciati senza mezzi di sopravvivenza e senza possibilità di fuggire dal pericolo. Il massacro di civili, e in particolare di bambini, ha scatenato forti critiche. “Quali obiettivi militari possono giustificare un tale massacro di massa di civili?” ha chiesto Stoner, aggiungendo che nessuna nozione di danno collaterale può giustificare la prevedibile morte di innocenti. Stoner ha ricordato un episodio di un anno fa, quando un razzo israeliano danneggiò l’ospedale Al-Ahli di Gaza City, ferendo il personale medico. Oggi, scene simili si ripetono, ma con conseguenze ancora più devastanti. “Anche la guerra ha le sue regole”, ha affermato Stoner, criticando non solo le parti in conflitto, ma anche la comunità internazionale, accusata di restare passiva. “L’unica azione d’impatto intrapresa da alcuni Stati membri è l’invio delle armi utilizzate per uccidere i bambini e bruciare i pazienti e le famiglie negli ospedali. L’umanità ha perso la sua strada se coloro che hanno la capacità – e l’obbligo legale – di fermare questo massacro scelgono di non farlo”, ha concluso.

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