Svanita la rappresaglia dell’Iran anche se ieri il ministro degli Esteri, Ali Bagheri, ha ribadito che gli Stati Uniti “sostenendo pubblicamente il crimine dei sionisti, ha dimostrato che è complice dei crimini sionisti. Non può essere un mediatore neutrale, e sta continuamente cercando di ostacolare il processo di fermare il crimine del regime di occupazione e incoraggiare il genocidio da parte dei sionisti.” Questo mentre il Segretario di Stato americano Antony Blinken atterrava a Tel Aviv per incontrare i leader israeliani prima che i colloqui sulla tregua e il rilascio degli ostaggi riprendano al Cairo nei prossimi giorni dopo il round fallito a Doha. L’Amministrazione Biden sta cercando a tutti i costi di chiudere, in qualche modo, una tregua prima delle elezioni di novembre, ma il premier Netanyahu e anche Hamas preferiscono attendere chi sarà il prossimo Presidente.
A Chicago la questione palestinese
Proprio a Chicago, dove si tiene la convention dei Democratici si annunciano grandi manifestazioni filo-palestinesi. Fuori dell’arena dello United Center a Chicago, già ieri si sono riunite centinaia di persone. Mentre dentro ci si attende contestazioni anche dai 30 delegati da otto stati, in rappresentanza di circa 700mila elettori, che alle primarie dem hanno votato “uncommited” (non impegnati), per contestare la posizione troppo morbida di Joe Biden verso Israele nella guerra a Gaza. Una contestazione che rischia di ereditare anche la candidata Kemala Harris, nonostante abbia alzato i toni con Benjamin Netanyahu e abbia snobbato il suo discorso al Congresso.
Le trattative e gli ostaggi
Sulle trattative in corso per il cessate il fuoco il premier Netanyahu ha detto: “Ci sono cose su cui possiamo essere flessibili e altre su cui non possiamo esserlo”. E ha aggiunto: “La pressione militare e diplomatica è il modo per liberare gli ostaggi. I principi che abbiamo stabilito sono essenziali per la sicurezza di Israele”. La differenza di posizioni tra Israele, Hamas e Il Cairo sul futuro del corridoio Filadelfia lungo il confine tra Egitto e Gaza è “risolvibile”, hanno aggiunto alcuni alti funzionari israeliani che hanno mantenuto l’anonimato (e dunque potrebbe esserre falsa o non condivisa dal Governo). Israele, secondo indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, chiede di rimanere e controllare a tempo indeterminato il corridoio Filadelfia, da dove i miliziani della Striscia hanno ricevuto un continuo rifornimento di armi negli ultimi anni. Tuttavia, fonti israeliane e di Paesi mediatori hanno affermato che i responsabili della sicurezza israeliana ritengono che il ritiro dal corridoio per le sei settimane della prima fase di un possibile accordo di cessate il fuoco e rilascio di ostaggi, non consentirebbe ad Hamas di riarmarsi in modo significativo e che alcune procedure non specificate lungo il confine potrebbero compensare un ritiro israeliano dalla zona di confine. Una delle questioni rilevanti è anche sul numero di ostaggi ancora in vita che dovranno essere rilasciati nella prima fase di sei settimane dell’accordo: i nomi sono già stati decisi, le donne, comprese le soldatesse, verranno liberate per prime. Dieci cittadini stranieri sono ancora prigionieri di Hamas a Gaza. Otto dei 115 ostaggi dei miliziani sono infatti thailandesi, due provengono rispettivamente dal Nepal e dalla Tanzania.
Nuovi raid, morti donne e bambini
Ma i raid militari non si fermano: 24 persone, tra cui una donna e i suoi sei figli a Deir al-Balah sono morti sotto gli ultimi bombardamenti di ieri. Il nonno dei bambini, Mohammed Awad Khatab, ha riferito che sua figlia, insegnante di scuola, era con il marito e i loro 6 bambini quando la loro casa è stata colpita. Bambini di età compresa tra 18 mesi e 15 anni e che fra loro c’erano 4 gemelli. Il padre è stato ricoverato in ospedale. In un altro attacco aereo, due edifici residenziali sono stati colpiti nella città di Jabaliya, nord di Gaza, uccidendo due uomini, una donna e sua figlia. L’ospedale Al-Awda di Gaza, invece, ha riferito che ci sono stati 9 morti in altri due attacchi che hanno colpito il centro di Gaza mentre sabato sera un raid vicino a Khan Yunis ha ucciso quattro membri della stessa famiglia, tra cui due donne. Il giorno precedente un’intera famiglia di 18 persone è stata sterminata in un attacco aereo sulla città di Al-Zawayda.