Secondo i dati forniti dall’Associazione bancaria italiana il tasso medio sui mutui per l’acquisto di abitazioni in Italia è sceso sotto la soglia del 4%, attestandosi al 3,99% nel mese di gennaio, rispetto al 4,42% di dicembre 2023 e dal 4,50% di novembre 2023. Un calo che rappresenta un punto di svolta significativo per i mutuatari e offre prospettive incoraggianti per il settore immobiliare e per l’economia nel suo complesso. Ma in generale, secondo il rapporto mensile dell’Abi, gli effetti della politica monetaria restrittiva attuata dalla Banca centrale europea continuano a farsi sentire sull’economia dell’area dell’euro e, in particolare, su quella italiana. Fondamentali i prossimi mesi.
Cali significativi
Ma la notizia positiva viene appunto dallo studio dell’Associazione il quale spiega che nei primi 14 giorni di febbraio sono stati osservati alcuni significativi cambiamenti, tutti in discesa. Per esempio il tasso medio sui Buoni del Tesoro Poliennali è stato del 3,88%, in diminuzione di 111 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023; il tasso medio dell’InterestRate Swap a 10 anni è stato del 2,69%, in calo di 83 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023; il tasso medio sui Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi è stato del 3,66%, in diminuzione di 39 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023: il Tasso Euribor a 3 mesi è stato del 3,91%, in calo di 10 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Il rapporto dell’Abi ha rivelato una diminuzione dei tassi di interesse anche sulle nuove operazioni di finanziamento sia per l’acquisto di abitazioni, come anticipato, che per le imprese, diminuito al 5,39% dal 5,46% di dicembre e al 5,59% di novembre. Anche il tasso medio complessivo sui prestiti è rimasto stabile al 4,76% rispetto ai mesi precedenti.
Se da un lato si osserva una diminuzione dei tassi di interesse sui prestiti, dall’altro comunque si registra un aumento dei tassi di interesse sulla raccolta. A gennaio 2024, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita è salito al 3,83%, segnando un incremento rispetto ai livelli precedenti.
Occhio alla Bce
Se confermata, l’inversione di tendenza potrebbe portare a un clima finanziario più favorevole, con tassi di interesse più bassi che stimolano l’attività economica. Ma molto dipenderà dalle decisioni della Bce e dall’evolversi delle condizioni economiche globali. Ne è convinto Gianfranco Torriero, Vicedirettore generale dell’Abi, secondo il quale comunque ci sono segnali chiari che indicano un cambiamento nell’andamento dei tassi di mercato e bancari. “Ci sono già due mesi che segnalano una variazione ditendenza: possiamo dire che il picco è stato raggiunto a ottobre per i tassi di mercato e per i tassi bancari a novembre”. Torriero ha sottolineato l’importanza del segnale che verrà dalla Banca centrale europea: “Da questo profilo sarà importante il segnale della Bce: se ratifica l’andamento dei tassi di mercato e quando prenderà in considerazione una revisione”.