Il Protocollo sulla cooperazione in questioni migratorie tra Italia e Albania è un accordo, per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che potrebbe essere un importante passo nella lotta contro il traffico e l’immigrazione clandestina. Il Vicepremier ieri ha visitato proprio il porto di Shengjin, dove in teoria dovrebbe essere istituito un centro per l’identificazione dei migranti. In teoria, appunto, perché la ratifica dell’intesa tra i due esecutivi (firmato il 6 novembre dai Premier Giorgia Meloni ed Edi Rama) è stato sospeso successivamente dalla Corte Costituzionale di Tirana il dopo il ricorso presentato dal Partito democratico albanese, che è all’opposizione. “Rispettiamo la decisione della Corte, se sarà favorevole procederemo. Non mi permetto di fare valutazioni e non faccio pressioni, ma resto ottimista”, le parole di Tajani che aspetterà con ansia la seduta plenaria della Corte prevista per il 18 gennaio.
Il Ministro ha comunque spiegato i dettagli dell’accordo. L’operazione prevede l’attracco di navi militari che trasporteranno i migranti soccorsi in acque internazionali. Tajani ha spiegato che le identificazioni avverranno prima a bordo delle navi e successivamente sul territorio albanese. Un presidio sanitario sarà attivo per verificare le condizioni di salute dei migranti. “Si tratta di un protocollo”, ha detto il Ministro, “che rispetta i diritti dei migranti”. “Parliamo – ha poi continuato – di un’operazione significativa che rappresenta uno strumento di lotta contro i trafficanti e l’immigrazione clandestina con un Paese candidato molto lontano dall’Ue e particolarmente legato all’Italia”. Ma su questo punto Tajani ha aggiunto che il Belpaese sostiene la candidatura dell’Albania all’Unione europea: “Dai tempi del governo Berlusconi siamo sempre stati a favore di questa soluzione, così come anche di altri Paesi balcanici occidentali”.
L’immagine dell’Italia
Nel corso della sua visita Tajani ha elogiato i militari della Guardia di finanza impegnati in Albania, durante un incontro con il Nucleo di frontiera marittima (Nufrom) al porto di Durazzo.“Siete l’immagine dell’Italia, siete anche una parte importante della nostra politica estera”, ha il Ministro Tajani, riconoscendo il ruolo fondamentale dei militari nell’ambito delle missioni di pace. Ha evidenziato il contributo nel contrastare il traffico di esseri umani, droga e armi, sottolineando l’importanza di tali missioni nel contesto internazionale. Ha elogiato le varie missioni in corso, compresa la partecipazione di una fregata italiana a una missione nel Mar Rosso e la presenza di contingenti in Kosovo, Bosnia Erzegovina e Libano. Il Vicepremier ha rimarcato che indossare l’uniforme richiede coraggio e dedizione, è un mestiere in cui occorre credere profondamente. Ha espresso la gratitudine del governo per il servizio prestato e riconoscenza alle famiglie che affrontano l’assenza dei loro cari durante le festività.
Prima di far rientro a Roma, Tajani ha incontrato il premier albanese Edi Rama con l’obiettivo di ribadire gli ottimi rapporti che ci sono tra i due Paesi e per confermare l’appoggio dell’Italia all’Albania affinché possa entrare nell’Ue entro il 2030.
Tajani sul Mes
Non poteva mancare un commento del Vicepremier in merito alla vicenda legata al Mes: “Non c’è il rischio di un isolamento dell’Italia. In passato Francia e Olanda hanno ‘bocciato la Costituzione europea e non mi pare che siano isolate”. Tajani ha spiegato che Forza Italia è favorevole al Meccanismo europeo di stabilità, ma “apportando delle correzioni”. E poi ancora: “Il governo non
si basa sulla riforma del Mes e il voto di giovedì non ha nulla a che vedere con la solidità della maggioranza”.