Nel corso della notte il cuore di Indi, la piccola bimba inglese affetta da una rara e grave patologia mitocondriale, ha smesso di battere. L’annuncio della tragica notizia è stato dato dal padre, Dean Gregory, visibilmente affranto e pieno di amarezza: “Io e mia moglie Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna”.
Due giorni fa i trattamenti vitali della piccola erano stati sospesi su ordine dei giudici, scatenando una profonda discussione sulle questioni etiche legate alla fine della vita. La speranza di Indi era stata rappresentata dalla concessione della cittadinanza italiana da parte del Premier Giorgia Meloni, che aveva aperto la strada affinché la bambina potesse essere curata a Roma. Il Movimento Pro Vita ha immediatamente reagito, definendo la morte di Indi come una vittima della cosiddetta “barbara cultura eutanasica”.
Meloni stessa, ha dichiarato che “è stato fatto tutto il possibile” per aiutare la bimba, ma purtroppo non è stato sufficiente: “È una giornata triste per l’Italia e per tutti coloro che hanno sperato in un miracolo”, ha aggiunto.
Le reazioni
“Il governo italiano – con Giorgia Meloni che aveva anche convocato un consiglio dei Ministri urgente per concedere la cittadinanza italiana alla piccola ed essere così curata nel nostro Paese – ha fatto di tutto per scongiurare la decisione dei giudici inglesi. Non è bastato”, ha spiegato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti. Il governo italiano ha fatto il massimo, offrendosi di curarla nel nostro Paese, purtroppo senza successo”, ha detto invece il Vicepremier Matteo Salvini. Il Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli ha parlato di un vero e proprio dolore lancinante al cuore: “Un dolore incolmabile e soffocante per i genitori e per chi le ha voluto bene. Un dolore acuito dalla consapevolezza di non aver potuto proseguire a starle vicino, di non essere riusciti a cogliere un’ultima occasione di speranza per l’esile vita di Indi”.