sabato, 23 Novembre, 2024
Esteri

Israele rinvia l’offensiva di terra. L’Iran chiama Hamas e minaccia Haifa

Crosetto dai militari italiani in Libano, Tajani a Bruxelles: evitare l’escalation. Voci su possibile liberazione di 50 ostaggi

Una “pausa umanitaria”, un “cessate il fuoco” rispettato da tutti, un calo di tensione, ma né Israele né Hamas possono permetterselo e, per ora, le parole dette vanno pesate e chi le ascolta deve pesarle. La diplomazia, comunque, dei risultati concreti li sta ottenendo: su insistenza del Presidente Biden si è aperto il valico per far passare, anche se goccia a goccia, aiuti umanitari. Ieri, secondo fonti Onu, sono passati 14 camion verso Gaza e la Croce rossa ha reso noto che dall’inizio della crisi sono arrivati 54. Ma gli americani vogliono di più. E anche l’Egitto ha fatto trapelare la proposta di allestire campi profughi nella zona di Rafah. Le autorità egiziane fornirebbero assistenza di emergenza agli sfollati e così eviterebbero di portarli nella penisola del Sinai, che è sotto la giurisdizione egiziana.

L’impegno di Biden

La Casa Bianca ha promesso un ”flusso continuo” di aiuti e l’Onu ha avvertito che il volume degli aiuti in entrata a Gaza è solo il 4% della media giornaliera prima delle ostilità. Bisogna fare di più. Humza Yousaf, primo ministro scozzese, che ha i genitori e la moglie intrappolati nella Striscia di Gaza, ha denunciato la penuria drammatica di acqua; dove sono i suoi parenti, ha raccontato, sono rimaste “6 bottiglie d’acqua per cento persone”. Yousaf ha sottolineando l’assoluta insufficienza dei pochi camion di aiuti fatti passare nelle ultime ore attraverso il valico. Denuncia che viene anche da Bruxelles, da Josep Borrell che ha sottolineato come sia “cruciale che a Gaza arrivi carburante in modo che si possano far lavorare la centrale elettrica e l’impianto di desalinizzazione, perché senza elettricità ed acqua gli ospitali non potranno lavorare.”

Ostaggi, passi avanti e timori

Per quanto riguarda gli ostaggi l’Esercito israeliano ha affermato che, “sulla base dei colloqui tra gli Stati Uniti e il Qatar, Hamas potrebbe eventualmente rilasciare circa 50 cittadini con doppia nazionalità indipendentemente da qualsiasi accordo più ampio.” L’Egitto ha annunciato che, in cambio di carburante, potrebbero essere liberati oggi. Ieri era il 17esimo giorno di guerra e si contavano più di 5 mila morti palestinesi e 1.400 israeliani, oltre a decine di migliaia di feriti, da una parte e dall’altra, e 222 ostaggi nelle mani di Hamas. Mentre quasi tutta la popolazione della Striscia di Gaza è in condizioni critiche. E per Israele chi non si sposterà verso sud sarà considerato terrorista. Di più: un alto funzionario israeliano ha spiegato alla Cnn che “non si può permettere che gli sforzi umanitari abbiano un impatto sulla missione di smantellare Hamas”.

Israele rinvia attacco da terra

Israele ha anche annunciato che non ci sarà “nessun cessate il fuoco” a Gaza, come ha chiesto Hamas. Ma, su insistenza dell’Amministrazione americana, perché sono in corso trattative per la liberazione degli ostaggi, ha rinviato “l’operazione di terra” nella Striscia mentre proseguono i bombardamenti contro l’enclave palestinese controllata da Hamas e proseguono gli arresti di terroristi. Gli Stati Uniti, intanto, spostano ancora altre armi e truppe verso il Medio Oriente.

Iran chiama Hamas

Sull’altro fronte il ministro degli Esteri iraniano Hosein Amir-Abdollahian ha raccontato di aver avuto un colloquio telefonico con il leader di Hamas Ismail Haniyeh e con il numero uno della Jihad Islamica Ziad Nakhale e ha fatto sapere che ”la resistenza è forte dalla parte della Palestina”. Più aggressivo il comandante delle Guardie della Rivoluzione Hossein Salami, che ha dichiarato: “se i maligni sionisti prenderanno la stupida iniziativa di entrare nei territori palestinesi affronteranno un fallimento disonorevole e riceveranno una spiacevole risposta dal fronte della Resistenza” e ha aggiunto: “il regime sionista e la setta politica degli Usa e della Gran Bretagna, è stato formato da questi Paesi, e per questo motivo, a causa della sua falsità, il regime non vincerà mai la battaglia contro i palestinesi”. Il comandante in seconda della Guardia Rivoluzionaria iraniana Ali Fadavi ha anche minacciato di attaccare Israele, indicando come obiettivo la città di Haifa.

Ministri israeliani, forse, si dimettono

Potrebbero esserci anche motivi di dissidi interni al rinvio dell’attacco israeliano: ieri, voci insistenti, accreditavano la notizia data dal quotidiano Yedioth Ahronoth secondo il quale tre ministri riterrebbero il premier Netanyahu responsabile della mancata protezione dei suoi connazionali e minacciano le dimissioni. Il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, entrato nel governo di unità nazionale, invece, lamenta di essere stato escluso dal “gabinetto di guerra”, che è più ristretto. Il ministro scrive a Netanyahu di “accettare la decisione”, ma al contempo ritiene che sarebbe stato “più opportuno” ascoltare più opinioni. Ben-Gvir critica il premier perché ha scelto tutti coloro che “per anni hanno sostenuto che Hamas era sconfitto e scoraggiato e che i pagamenti all’organizzazione terroristica avrebbero portato la calma.” “Sono coloro – conclude Ben-Gvir – che hanno promosso la politica di inclusione e seminato illusioni che ci hanno portato alla situazione attuale.”

Rischio attacchi chimici da Hamas

Dall’ufficio del Presidente israeliano Isaac Herzog è venuta la conferma del ritrovamento di in una chiavetta USB rinvenuta sul corpo di un terrorista di Hamas. Nella chiavetta sono state scoperte istruzioni per la fabbricazione di un’arma chimica da utilizzare su obiettivi civili: pagine di un manuale di al-Qaeda del 2003 con un diagramma riferito a un “dispositivo per disperdere agenti di cianuro”. Altri contenuti includono regole “per il rapimento di prigionieri e istruzioni per l’uso di sostanze chimiche per l’omicidio di massa.”

Crosetto e Tajani: presidi per la pace

Dall’Italia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto è andato in Libano per incontrare gli oltre mille militari dispiegati nel sud del paese a ridosso della linea di demarcazione con Israele. Nella base militare di Shamaa il ministro è stato accolto dal generale Giovanni Brafa Musicoro, a capo del contingente italiano composto principalmente dalla Brigata Granatieri di Sardegna. Un presidio per la pace e per “evitare l’escalation.” “È ancora più fondamentale preservare questa presenza – ha affermato Crosetto – per tutto il mondo che crede nella pace.” Mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al Consiglio Affari esteri dell’Ue a Lussemburgo, ha riferito di aver sentito più volte il cardinale Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, per fare in modo che “da parte israeliana non ci sia un’azione che possa colpire la popolazione civile, che non ha alcuna responsabilità. Hamas è una organizzazione terroristica, che va sradicata da quell’area, ma la popolazione civile è un’altra cosa.” “Non bisogna confondere Hamas e i palestinesi”, ha ribadito Tajani e “non si può permettere a Hamas di fare quello che vuole.” Il ministro ha anche riferito del decesso di Liliach Le Havron, italo-israeliana e moglie di Evitar Kipnis il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi: assassinati da Hamas il 7 ottobre scorso.

Netanyahu vede Rutte, oggi Macron

Ieri a Tel Aviv l’ex primo ministro olandese Mark Rutte ha incontrato Netanyahu e ha sottolineato il suo “rispetto” per ciò che Israele sta facendo “per cercare di respingere questo attacco e ripristinare la sicurezza di Israele”. Oggi anche il Presidente francese Emmanuel Macron sarà a Tel Aviv per esprimere la solidarietà della Francia.

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