Campanello d’allarme sul crescente disagio psicologico all’interno del Belpaese che colpisce soprattutto donne e ragazzi alle prese con insonnia, ansia, depressione, apatia, attacchi di panico e disturbi dell’alimentazione curati con una preoccupante tendenza alle cure ‘fai da te’: in generale, oltre il 60% degli italiani convive da anni con uno o più disturbi della sfera psicologica, ma a soffrirne di più sono il gentil sesso (65%) e i giovani della Generazione Z (75%, con punte dell’81% nel caso delle ragazze). Un sunto, questo, della ricerca ‘L’era del disagio’ effettuata dall’
Dal fai da te al medico
Alla domanda “cosa hai fatto per uscirne?” c’è chi ha risposto di aver cercato le risorse per farcela dentro sé stesso (29,4%), chi di aver ricevuto aiuto da amici e parenti (29,1%), chi semplicemente di aver atteso che i problemi passassero (28,2%) e chi di aver assunto prodotti e farmaci senza prescrizione (27,6%). Solo al quinto e al sesto posto compaiono le voci “mi sono rivolto al medico generico” (22.9%) e “ho ricevuto l’aiuto di uno specialista” (22,1%).
Tra guerra ed emergenza sanitaria
Le cause percepite da parte di chi soffre di questa condizione, vedono al primo posto, con il 35,1% del campione, la preoccupazione per un mondo che sta cambiando in peggio (guerra, povertà, inflazione, crisi climatica, emergenza sanitarie etc.). A seguire due diverse forme di difficoltà a relazionarsi con il mondo, molto sentite soprattutto dai giovani della Generazione Z: chiusura in sé stessi (34,1%) e difficoltà a relazionarsi con gli altri (25,1%). E ancora, spaesamento per la mancanza di valori sociali condivisi (23,4%), insoddisfazione per i propri percorsi professionali (22,4%, con valori più alti da parte dei Millennials) e reazione a pressioni sociali troppo forti su obiettivi scolastici o sportivi (22,3%).
Generazione Z
Dato allarmante, quello emerso sulla Generazione Z: il 10,8% dei teenagers assume psicofarmaci senza ricetta medica. E la letteratura scientifica dice che il 62,5% delle patologie mentali insorge prima dei 25 anni. Per questa ragione parlare di disagio e di disagio giovanile – come conferma questa seconda ricerca dell’INC Non Profit Lab – è praticamente la stessa cosa. In un suo recente rapporto l’Istat ha certificato che nel 2021 il 6,2% (l’anno prima erano il 3,2%) dei ragazzi tra 14 e 19 anni, oltre 220 mila giovani, erano insoddisfatti della propria vita e vivevano una condizione di cattiva salute mentale.
Anche sul fronte degli ambiti d’intervento si riscontra, nelle risposte, un senso di limitazione e impotenza: il 47% ha offerto sportelli di assistenza psicologica (gratis o a prezzo ridotto). Si è fatta anche sensibilizzazione sulle persone in generale (28%) e informazione mirata su chi soffre di problemi psicologici (25%). Si sono attivati numeri verdi e siti internet di assistenza (20%) e creati team di sostegno nelle scuole (15%).