Nel 2021, sono state 11.771 le donne che hanno effettuato un accesso al Pronto Soccorso con indicazione di violenza: dato in costante aumento dal 2017, nonostante un calo durante i due anni di pandemia. Nello stesso anno si sono registrati 4,4 accessi in pronto soccorso di donne con indicazione di violenza ogni 10.000 residenti. Più frequenti le giovani donne di 18-34 anni (8,8 per 10.000), seguite dalle donne adulte di 35-49 anni (7,2 per 10.000). I tassi di accesso delle straniere con indicazione di violenza sono più del doppio di quelli delle italiane.
Più violenza in Abruzzo e Liguria
I ricoveri di donne vittime presentano una spiccata variabilità regionale: ogni 10.000 accessi totali la cifra più alta dei casi di violenza è in Abruzzo, seguita da Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Meno indicazioni di violenza in Calabria, Molise, Bolzano e Lazio. L’informazione sull’esecutore della violenza è ancora poco presente nei dati raccolti (10,8% dei ricoveri femminili). Nel biennio 2020-2021, il padre o patrigno è l’esecutore indicato nel 2,8% dei casi; il partner o consorte nel 2,2%. Considerando anche la tipologia “altri parenti”, l’ambito familiare è al 5,2% dei casi. La dimissione volontaria caratterizza fortemente i ricoveri con indicazione di violenza (8,3% contro 1,9% nel complesso dei ricoveri ordinari) ed è più frequente nelle donne straniere (12,2% contro 6,8% nelle italiane). Le donne con ricoveri per violenza hanno più spesso ricoveri ripetuti. Considerando il quinquennio 2017-2021 sono state 6.211 le donne con almeno un ricovero con indicazione di violenza. Nei cinque anni 2017-2021, sia per gli accessi in Pronto Soccorso sia per i ricoveri ospedalieri, le diagnosi più frequentemente associate alla violenza sono relative a traumatismi e avvelenamenti (fratture, ferite, contusioni, ustioni e avvelenamenti) e a disturbi mentali (disturbi predominanti dell’emotività, alcuni disturbi e reazioni dell’adattamento, abuso di cannabinoidi, abuso di droghe senza dipendenza, disturbi d’ansia, dissociativi e somatoformi).
Crescono i codici di urgenza
Il 31,4% di accessi in PS di donne con indicazione di violenza avviene attraverso il sistema 118. La quota di accessi con indicazione di violenza con codice verde del triage (urgenza minore) diminuisce dal 76,2% nel 2017 al 60,3% nel 2021, mentre quella con codice giallo (urgenza e urgenza differibile) sale dal 12,8% al 27,7%. Gli accessi al primo soccorso, con indicazione di violenza, presentano un’elevata variabilità a livello regionale per entrambi i generi. Nel periodo precedente la pandemia l’incidenza per 10.000 accessi totali varia per le donne da 3,0 in Molise a 23,3 in Liguria; nel periodo post pandemia da 2,6 in Molise a 27,6 in Abruzzo. Nel 2021, sono state 1.083 le donne ricoverate in ospedale in conseguenza della violenza. Dopo una sensibile diminuzione di questi ricoveri nel 2020 (-29,9% rispetto al 2019) per le elevate difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere durante l’emergenza sanitaria, nel 2021 il recupero è stato più consistente rispetto al totale dei ricoveri ordinari (+12,4% contro +5,6% rispetto al 2020). Per gli uomini i ricoveri sono più frequenti (3.197 uomini) e il tasso raggiunge l’1,20 per 10.000 uomini, contro lo 0,39 del tasso femminile.
Donne e maltrattamenti
Differiscono tuttavia le motivazioni della violenza: per le donne sono più frequenti rispetto agli uomini il maltrattamento e le violenze all’interno della coppia e della famiglia, per gli uomini sono più frequenti le lesioni inflitte da altre persone, analogamente a ciò che accade per gli omicidi. I tassi di ricovero di donne con indicazione di violenza sono più elevati per le minorenni (0,66 nel 2021, anno in cui il tasso supera quello delle giovani di 18-34 anni pari a 0,57), sono prossimi alla media per le donne adulte di 35-49 anni e più bassi dopo i 50 anni di età. I tassi di ricovero in regime ordinario con indicazione di violenza delle donne straniere sono oltre tre volte più elevati di quelli delle italiane (0,99 per 10.000 residenti contro 0,29) nel 2020-2021. Il divario sale a quattro volte tra le giovani di 18-34 anni.
Omicidi in famiglia
Infine, nel 2021, ultimo dato statistico ufficiale disponibile, le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono state 139 (45,9% del totale), 39 uomini e 100 donne. Il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019). Le minorenni, nelle maggioranza dei casi, sono uccise da persone che conoscono.