Nuova grave tragedia in mare tra le acque di Lampedusa e quelle tunisine. Un barchino, partito giovedì scorso dallo Stato africano (da Sfax per la precisione) si è ribaltato dopo sei ore di navigazione causando la morte di 41 migranti, di cui tre bambini. A raccontare l’accaduto, gli unici quattro sopravvissuti, salvati appena ieri (quindi a quasi una settimana dallʼaccaduto) dalla motonave Rimona e portati successivamente da una motovedetta della Guardia Costiera sullʼisola siciliana, nellʼhotspot di Contrada Imbriacola. Nelle prossime ore verranno ascoltati, assieme ai mediatori culturali e interpreti, dai poliziotti della squadra mobile della Questura di Agrigento che cercheranno di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e di fare chiarezza su alcuni dettagli che, al momento, sembrano essere assai confusi e contraddittori.
Migranti da Guinea e Costa d’Avorio
I superstiti, provenienti dalla Guinea e dalla Costa dʼAvorio, hanno raccontato che la piccola imbarcazione (di metallo, di circa sette metri) si è rovesciata a causa di una grande onda, causando la caduta in mare di tutti i migranti. Nonostante la presenza di circa una quindicina di salvagenti, per quasi tutti non cʼè stato nulla da fare. I quattro invece, dopo essere stati in acqua per parecchie ore, hanno trovato riparo e dunque la salvezza salendo su una barca in ferro abbandonata. In teoria sarebbero dovuti essere soccorsi dalla Libia, poiché presenti al largo di Zuwara. Invece, niente. Da segnalare che la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo dʼinchiesta a carico di ignoti. Al momento, comunque, non sono stati trovati i cadaveri, probabilmente per via del fatto che il naufragio è avvenuto sei giorni fa. Intanto a Lampedusa oggi 1.100 ospiti dellʼhotspot lasceranno lʼisola per essere trasferiti tra Porto Empedocle e Augusta.