Tra caldo e fenomeni meteorologici avversi la Confcommercio studia come sia possibile una sospensione temporanea del lavoro senza che si rischi il blocco prolungato o peggio la chiusura delle attività commerciali.
“Gli interventi che si vogliono porre in essere”, riflette la Confederazione, “per le semplificazioni normative, relative sia alla cassa integrazione ordinaria che alle modalità organizzative più utili per fronteggiare l’emergenza climatica in atto, devono essere ben tarati”, avverte la Confcommercio, “sulle tipologie di attività nei diversi settori e sulle mansioni svolte, poiché è evidente che ci siano impatti differenziati”.
Sospensioni non “dall’alto”
Confcommercio ha indicato le scelte da realizzare durante l’incontro con le parti sociali convocato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, per un confronto sulle misure vigenti e per
una valutazione di ulteriori iniziative organiche di tutela per imprese e lavoratori in difficoltà.
“Va da sé”, precisato Confcommercio, “che la cassa integrazione attivabile, sulla scorta dei provvedimenti emergenziali, debba essere di sostegno a imprese e lavoratori che aderiscano anche ai fondi di
solidarietà bilaterali, in particolare al Fis, evitando sospensioni ‘dall’alto’ delle attività poiché, soprattutto nel terziario di mercato, si può passare paradossalmente dalla cassa integrazione per eventi climatici alla cassa integrazione per cessazione attività”. Sugli interventi relativi alle modalità organizzative utili a fronteggiare l’emergenza, come il “lavoro agile”.
Rischio desertificazione urbana Per la Confederazione bisogna intervenire sapendo anche il rovescio della medaglia che ogni iniziativa porterà con sé, ad esempio, il rischio di una spopolamento delle aree
urbane con la chiusura delle attività, anche sé temporanee. “Si deve tener conto, oltre delle mansioni compatibili, di come nel mondo dei servizi e del relativo indotto possa essere oggettivamente
controproducente”, sottolinea la Confcommercio, “in questo periodo e dunque contribuire alla desertificazione dei luoghi di lavoro e delle città, con possibili danni alle imprese da noi rappresentate. Siamo comunque disponibili a proseguire un confronto sulle misure più idonee da adottare, salvaguardando le specificità delle imprese che svolgono attività di servizio alla clientela”.