domenica, 29 Settembre, 2024
Economia

Confartigianato: moda italiana secondo settore manifatturiero. E il calzaturiero torna ad essere protagonista nel mondo

Secondo settore produttivo manifatturiero del Paese con l’ambizione di essere protagonista nel mondo.
Il 2022 vede la “Moda” come traino della produzione manifatturiera dopo esserne stato il comparto più colpito dalla crisi dovuta alla pandemia. L’analisi arriva dalla Confartigianato che sottolinea: “se il Manifatturiero cresce dello 0,8% in un anno, la Moda tocca il 7,8% e l’analisi di maggior dettaglio settoriale evidenzia che le Calzature crescono del 16,8%, tra 83 comparti manifatturieri risulta al 2° posto dopo la produzione di elettronica di consumo (+43,9%) e con una performance migliore anche rispetto al +14,9% delle Calzature nella media dell’Ue”

Una eccellenza della moda

La filiera della produzione e riparazione di calzature, spiega la Confartigianato, è una delle eccellenze del nostro Paese in cui micro e piccole imprese e l’artigianato giocano un ruolo primario. “Alla fine del I trimestre 2023 in Italia nella filiera calzaturieri e calzolai operano 11.183 imprese e contano quasi 72mila addetti”. In questo contesto è “importante l’apporto delle micro e piccole imprese che concentrano il 60,0% dell’occupazione di calzaturieri e calzolai, quota che supera di 10,8 punti percentuali il 49,2% registrato nel totale della Manifattura”.

Le nuove opportunità

La filiera è ad alta vocazione artigiana: sono 7.407 le imprese artigiane di cui 4.408 imprese artigiane di produzione (59,5%) e di 2.999 imprese della riparazione (il restante 40,5%).
I dati chiave del settore sono stati presentati dall’Ufficio Studi nel corso del seminario “Quali opportunità per ampliare i propri servizi?”, organizzato nell’ambito di un progetto di collaborazione tra Confartigianato Imprese Veneto, Politecnico della calzatura della Riviera del Brenta e l’associazione Calzolai 2.0 aderente a Confartigianato, e tenutosi il 5 giugno a Vigonza.

Imprese, luoghi e occupati

Nel corso dell’evento sono intervenute Alice Lazioli, Responsabile Affari Europei Confartigianato Imprese, che ha illustrato il quadro della normativa Europea in ambito di sostenibilità del Sistema Moda e Maria Luisa Rubino, Responsabile Federazione Moda Confartigianato Imprese, che ha illustrato l’azione di Confartigianato in tema di schema di Decreto Epr tessile.
“I 71.609 addetti dei due settori di produzione e riparazione delle calzature rappresentano lo 0,4% degli occupati delle imprese in Italia”, fa presente la Confartigianato, “In chiave regionale, tale quota sale al massimo del 4,0% nelle Marche seguite, da valori sopra alla media, dall’1,1% della Toscana, lo 0,8% del Veneto, lo 0,7% della Puglia e lo 0,6% della Campania. Tra le province Fermo è leader con una incidenza del 21,8%, seguita da quattordici province con valori doppi rispetto alla media: Macerata (5,8%), Barletta-Andria-Trani (3,2%), Pisa (2,4%), Ascoli Piceno (2,2%), Pistoia (2,2%), Forlì-Cesena (2,0%), Arezzo e Lecce (entrambe a 1,9%), Treviso, Caserta e Venezia (tutte con 1,4%), Firenze (1,2%), Pavia (1,1%) e Lucca (1,0%)”.

Più apprezzati al mondo

Per quanto riguarda le esportazioni le calzature sono uno dei prodotti italiani più apprezzati all’estero ed infatti l’Italia è il primo esportatore dell’Ue con vendite per 12,8 miliardi di euro nel 2022, pari al 2,1% del totale export nazionale: si tratta della terza voce della Moda dopo quello dell’abbigliamento e di borse, pelletteria e cuoio conciato e lavorato. “La prima regione esportatrice è il Veneto con 3,3 miliardi di euro ed un quarto (25,4%) delle vendite nazionali, seguita da altre tre regioni che superano il miliardo di vendite all’estero quali Toscana (2,9 miliardi, pari al 22,8%), Lombardia (2,6 miliardi, pari al 20,4%) e Marche (1,4 miliardi, pari al 10,7%): insieme queste regioni concentrano ben il 79,2% delle esportazioni di calzature del nostro Paese. In particolare, tre province superano il miliardo di esportazioni in calzature e da sole rappresentano il 43,9% di quelle nazionali: Firenze (2,4 miliardi, pari al 18,4%), Milano (2,0 miliardi, pari al 15,9%) e Treviso (1,2 miliardi, pari al 9,6%)”.

Il valore della qualità

Il design e la qualità a 360 gradi sono i tratti peculiari che caratterizzano la produzione calzaturiera italiana. “Analizzando la qualità intrinseca delle esportazioni”, spiega la Confartigianato, “misurata dal differenziale tra la dinamica del valore medio unitario dell’export e quella dei prezzi alla produzione sul mercato estero, nell’ultimo triennio tale diffireneziale per le calzature è di 15,9 punti, superiore ai 13,4 punti della moda e ai 12,8 punti medi dei prodotti del made in Italy”.

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