C’è il via libera con la proroga fino al 31 dicembre 2023 dei dehors senza autorizzazioni paesaggistica e culturale per bar e ristoranti. Sulla decisione prevista dal decreto milleproroghe approvato nelle Commissione Affari costituzionali e Bilancio del Senato, la Fipe-Confcommercio esprime soddisfazione: “da sempre”, evidenzia la Fipe in una nota, “la Federazione si è espressa a favore di un nuovo approccio di valorizzazione degli spazi pubblici. Sin dalle fasi inziali dell’emergenza pandemica, infatti, Fipe ha lavorato per promuovere un nuovo modo di pensare i dehors”, sottolinea la Federazioni dei pubblici esercizi, “favorendo un cambiamento di paradigma da pura occupazione del suolo pubblico a una vera e propria riprogettazione urbana. Un ribaltamento dell’approccio che deriva anche dalle conseguenze del Covid-19, che ha profondamente cambiato la struttura dell’offerta dei pubblici esercizi: gli spazi esterni non sono un’appendice dell’attività, ma un modo nuovo di vivere la convivialità”.
Ripensare lo spazio pubblico
Per la Confcommercio è il momento di mettersi al lavoro per rendere queste novità concrete e strutturali. “Auspichiamo che il governo insieme alle amministrazioni e alle Soprintendenze”, osservano le due Associazioni, “siano al nostro fianco per consentire una nuova progettazione dello spazio pubblico che tenga conto del diritto delle imprese di lavorare, di quello dei cittadini di godere di spazi urbani di qualità e quello dei residenti di vivere in aree ordinate e fruibili”.
Playback sanitario e balneatori
Due altre decisioni sono contenute nel decreto Milleproroghe che sono accolte con soddisfazione. Si tratta del payback sanitario e la proroga di un anno per le concessioni balneari. Le commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato hanno infatti approvato l’emendamento del Governo che lo introduce nel testo. “La norma, in deroga alla disciplina vigente e limitatamente agli anni dal 2015 al 2018, rinvia al 30 aprile 2023 il termine entro il quale le aziende fornitrici di dispositivi medici sono tenute ad adempiere all’obbligo di ripiano del superamento del tetto di spesa posto a loro carico (50% della spesa in più), effettuando i versamenti in favore delle singole regioni e province autonome”, sottolinea la Confcommercio, “Il Governo ha già anticipato che nel frattempo, grazie a risorse da individuare nell’ambito del prossimo Def (atteso entro il 10 aprile), punta a una revisione generale del meccanismo, introdotto con il decreto Enti locali del 2015”. Sulle concessioni balneari la situazione è più complessa.
“Prendiamo atto, con rispetto, della volontà della maggioranza di governo di emanare una miniproroga di un anno della scadenza delle concessioni e di cinque mesi per regolare le gare istituendo un tavolo per la mappatura”, commenta Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano balneatori aderente alla Fipe-Confcommercio, “Si tratta, del resto, di termini di fatto già scaduti e ormai impossibili da rispettare sia per quanto riguarda l’emanazione dei decreti attuativi (che doveva avvenire entro il 27 febbraio), che per le decine di migliaia di gare che i Comuni avrebbero dovuto fare entro la fine di quest’anno”.
No a norme pasticciate
“Auspichiamo che questa miniproroga serva non per applicare norme ‘pasticciate e frettolose’, ma per adottare, finalmente”, sottolinea il presidente del sindacato italiano balneatori aderente alla Fipe-Confcommercio, “con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, quella soluzione strutturale e definitiva annunciata giorni fa dal presidente Giorgia Meloni. Nell’interesse del Paese è necessario superare la disciplina varata dal precedente Governo che, a nostro avviso, presenta molteplici criticità foriere di gravi conflitti istituzionali, (come la pianificazione di esclusiva competenza regionale), e di un esteso contenzioso in danno dei Comuni (come la nullità degli atti già rilasciati)”, prosegue Antonio Capacchione, “Ci aspettiamo che tutti affrontino con senso di responsabilità e senza polemiche strumentali questa questione che”, conclude il presidente del Sib, “riguarda un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia, costituito da decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che rischiano di perdere la propria azienda”.