Il Piano nazionale di Ripresa va adeguato e misurato sulle ragioni della crescita e della produttività. Con una particolare attenzione al mondo delle imprese e del commercio. È l’indicazione che arriva Lino Stoppani,
vicepresidente vicario di Confcommercio-Imprese per l’Italia, e diretta al ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. L’obiettivo è fare il punto sul Pnrr.
Ottimizzare i rapporti con l’Ue
“La versione rivista ed integrata della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza conferma”, sottolinea Lino Stoppani, “l’entrata della nostra economia, tra la fine dell’anno in corso e il
primo trimestre 2023, in una fase di forte rallentamento, confinante con la recessione tecnica. I margini della finanza pubblica sono stretti.
Tanto più alla luce del crescente costo del servizio del debito pubblico. Ma va fatto ogni sforzo, va ottimizzato ogni intervento: in Europa e nel nostro Paese”:
Crescita e produttività
“È essenziale”, osserva il vicepresidente vicario di Confcommercio-Imprese, “il confronto sulle ragioni della crescita e della produttività, proprio a partire dal cantiere delle riforme e degli investimenti del Pnrr. Occorre fare il punto circa l’impatto sul Piano degli andamenti dei prezzi delle materie prime e dei prezzi energetici
ed è necessario tenere sempre presente il carattere qualitativo della rendicontazione propria del Piano e la necessità di azioni straordinarie di rafforzamento amministrativo”.
Promuovere riforme e il Sud
Per la Confcommercio bisogna superare le difficoltà delle Amministrazioni nell’adozione, promuovere l’avanzamento delle riforme, attuare gli investimenti.
“Il raggiungimento dei risultati attesi richiede”, auspica la Confederazione, “poi il monitoraggio dei dati quantitativi e qualitativi, con particolare attenzione alla macroarea del Mezzogiorno ed al vincolo di riserva di almeno il 40% dei fondi in favore del Mezzogiorno”.
Gestire fondi e programmi
“Il Pnrr”, evidenzia Stoppani” rappresenta poi una parte del complesso di risorse aggiuntive della spesa in conto capitale per il periodo 2021-2027. Se consideriamo i Fondi Strutturali europei ed il Fondo di
Sviluppo e Coesione, tra residui pregressi e nuovo ciclo 2021-2027, nonché le ulteriori risorse provenienti dalla Ue come il programma React-Eu, l’ammontare complessivo delle risorse è pari per il 2021-2027
a circa 470 miliardi. L’attenzione deve, quindi, concentrarsi sulla gestione delle diverse programmazioni, sulle loro sovrapposizioni in termini di interventi, sulla coerenza e convergenza di obiettivi e risultati attesi”.