venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Giorgetti prudente. Tregua fiscale in arrivo

Appare emozionato Giancarlo Giorgetti alla sua prima prova da ministro della Economia e delle finanze in audizione nelle Commissioni speciali di Camera e Senato riunite per la Nota di aggiornamento al Def. La situazione non è rosea, perché in un contesto macroeconomico gravato dal peggioramento degli indicatori qualitativi, “le stime interne prefigurano una variazione negativa del Pil per l’ultima parte dell’anno” e per il 2023 “l’aggiornamento delle stime del PIL tendenziale prevede una variazione dello 0,3%, più contenuta rispetto allo 0,6% ipotizzato a fine settembre “.

I principali organismi nazionali e internazionali prevedono un rallentamento del ciclo economico globale, che risente di una inflazione persistente, del rialzo dei prezzi, soprattutto energiferi che rallentano la produzione, e delle incertezze rispetto all’approvvigionamento delle materie prime. Sul Pil italiano pesano in particolare l’arretramento del valore aggiunto dell’industria e un rallentamento della crescita del settore dei servizi.  Anche “l’aggiornamento dei tassi di interesse sottostanti la previsione della spesa per interessi passivi, che scontano le recenti evoluzioni dei mercati anche a seguito delle decisioni adottate dalla Bce – riferisce il neo ministro alle Finanze – ha determinato, rispetto alle stime di settembre, un incremento della spesa per interessi in valore nominale pari a circa 2 miliardi nel 2022, 3,6 miliardi nel 2023, 2,6 miliardi nel 2024 e 4,7 miliardi nel 2025”.

Ma Giorgetti preferisce partire dalle buone notizie, almeno quattro. La prima riguarda il Decreto Aiuti quater che dovrebbe uscire in giornata dal Consiglio dei ministri e che prevede la proroga fino a dicembre dei crediti si imposta per le spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale e sconti carburanti per la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, GPL e gas naturale impiegati come carburanti. Per gli interventi di mitigazione degli effetti negativi dell’incremento dei prezzi dei prodotti energetici su famiglie, imprese ed enti bisognerà, invece, aspettare un ulteriore decreto successivo all’approvazione parlamentare della Nota. Tra gli aiuti allo studio del Governo anche una “rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica”. E la seconda buona notizia è che la copertura di questo aiuti sarà garantita da quel “tesoretto” di 9,1 miliardi di euro derivante dalla differenza tra l’andamento del deficit tendenziale (5,1 per cento) e quello programmatico (confermato al 5,6 per cento) per l’anno in corso.

La terza buona notizia riguarda la pressione fiscale che scenderà dell’0,4 punti all’anno. Per effetto dell’andamento delle entrate delineato dalla Nadef, “la pressione fiscale è prevista al 43,8% del Pil nel 2022, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di settembre. Nel triennio 2023-2025 si stima un andamento decrescente di questo indicatore che si attesterà al 42,5% del Pil nel 2025”. Non solo. Giorgetti ha, infatti, annunciato che la Legge di Bilancio conterrà misure di tregua fiscale e che sono allo studio “misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale (cd flat tax incrementale) per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al 20 maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”.

Anche in questo caso le coperture sarebbero già state individuate. “Dal confronto tra gli obiettivi programmatici e gli andamenti tendenziali di indebitamento netto – ha detto il ministro dell’Economia – emerge pertanto una disponibilità di risorse pari a circa 21 miliardi di euro per il 2023 e 2,4 miliardi di euro per il 2024”. Non si esclude, poi, anche uno scostamento di bilancio: “Le ulteriori risorse che potranno essere individuate nell’ambito dei saldi programmatici che ho delineato in precedenza, anche ricorrendo agli strumenti di flessibilità di bilancio, saranno dedicate ad interventi che diano dei primi segnali rispetto agli impegni formulati nel programma di Governo”.

Quarta buona notizia, la firma del decreto per l’adeguamento delle pensioni in base alle risultanze dei dati ISTAT, come previsto dalla normativa vigente, che, però, nel periodo 2022-2025, assorbirà risorse per oltre 50 miliardi. “Siamo consapevoli che, in questo momento, le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica a lungo termine siano soggette a forti rischi di ribasso”, ha commentato Giorgetti, che per questo ha voluto rassicurare le Commissioni, garantendo che “la manovra di bilancio sarà in ogni caso caratterizzata da realismo e responsabilità”, che “il nuovo sentiero di riduzione del deficit programmatico adottato dal Governo assicura il rispetto delle regole di bilancio previste dal Patto di Stabilità e Crescita, che viene confermato  “un orientamento di politica fiscale selettivo” e che “la politica di bilancio per il 2023 proseguirà nel solco degli interventi finora adottati per limitare quanto più possibile l’impatto dell’elevata inflazione sui bilanci delle famiglie e salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale nazionale”.

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