martedì, 19 Novembre, 2024
Società

Comunità politica europea: 44 Paesi in cerca di unità

“Abbiamo capito che dobbiamo essere vicini l’uno all’altro”. Con queste parole pronunciate al primo summit della Comunità Politica Europea è il premier olandese, Mark Rutte, a rendere il senso del progetto del presidente francese Emmanuel Macron, che ha portato 44 Paesi del continente europeo, ma non tutti membri della Ue, a riunirsi a Praga. Sono tante le difficoltà che l’Europa sta affrontando, a partire dalla aggressione subita dall’Ucraina, che richiederebbero di essere discusse intorno a un tavolo comune, ha spiegato Rutte nell’affrontare la questione del gas, che, però, vede proprio l’Olanda schierata contro i 13 Paesi della Ue che vogliono il price cap.

Troppe le differenze – e persino un conflitto aperto – tra alcuni dei partecipanti al meeting perché questa “piattaforma per un coordinamento politico” europeo non venga vista con un certo scetticismo. “Spero che non sia necessaria un’altra crisi per un incontro come questo”, ha infatti commentato causticamente il premier albanese Edi Rama, che però ha anche sottolineato la necessità di “proseguire queste riunioni per costruire qualcosa di davvero importante per la grande comunità europea di Stati e popoli”. “Per noi è cruciale essere con voi pur non essendo parte dell’Ue”.

Tra coloro che si incontreranno nel Castello di Praga ci sono anche i leader di Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia, Georgia, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Svizzera, compresi Gran Bretagna, uscita dalla Unione ai tempi della Brexit, e Turchia, che da anni chiede di farne parte ma senza risultati. Solito convitato di pietra la Russia, però presentissima in tutte le discussioni che si sono concentrate unicamente sulle ricadute economiche e sulla sicurezza collegate alla sua guerra contro il vicino filo-occidentale. La solidarietà e il rinnovato sostegno a Kiev sembrano essere stato il maggior collante di questa compagine così eterogenea. “L’Europa sta affrontando la sua più grande crisi dalla Seconda Guerra Mondiale. E l’abbiamo affrontata insieme con unità e determinazione”, ha detto il primo ministro britannico Liz Truss ai colleghi. “Dobbiamo continuare a essere fermi, per garantire che l’Ucraina vinca questa guerra, ma anche per affrontare le sfide strategiche che ha esposto”. Anche se, poi, è stata proprio Truss la prima a diffidare dell’apparente predominio dell’Unione Europea sull’incontro di Praga, tanto da chiedere di cambiarne il nome da “comunità” a “forum”.

Insomma le illusioni sui risultati dell’incontro non sono tante. La Francia spera in una convergenza sulla protezione delle infrastrutture europee critiche come gasdotti, sicurezza informatica e forniture energetiche e l’Italia punta su temi come pace sicurezza e energia. “Il rispetto del diritto internazionale e la protezione dei diritti umani devono essere la pietra angolare a sostegno di questo nuovo sforzo”, ha detto il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis. “In questi tempi molto difficili, la Comunità politica europea è un nuovo forum che riunisce tutti i Paesi del continente con l’obiettivo di promuovere la nostra sicurezza e prosperità comuni. È evidente che una tale comunità deve basarsi su valori comuni. Mi auguro sinceramente che tutti i Paesi che partecipano oggi e potranno partecipare in futuro li condividano, non solo nelle parole ma nei fatti”. In ogni caso, essere riusciti a convincere le principali potenze europee al di fuori dell’UE a presentarsi è già da considerarsi un grande risultato che Macron porta a casa.

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