“Per Confesercenti i consumi caleranno da ottobre del 10%, mentre per Cgil Roma l’aumento dell’inflazione, da luglio 2021 a luglio 2022, ha bruciato un’intera mensilità di stipendio o di pensione. Da agosto 2021 ad agosto 2022, secondo i dati della Federconsumatori Lazio il costo dell’energia elettrica è aumentato del 263% per le utenze domestiche del mercato tutelato e del 483% nel mercato libero. L’aumento del gas, invece, è del 337% nel mercato tutelato e del 525% in quello libero. Per coloro che hanno acquistato casa, le rate del mutuo con tasso variabile sono in aumento dai 30 ai 50 euro al mese. L’affitto, per coloro che non hanno un contratto con cedolare secca, da gennaio 2023 aumenterà almeno dell’8,1%”. A dipingere questo quadro a tinte così fosche di una qualsiasi economia regionale italiana è Sos Impresa e il Fondo Antiusura di Adiconsum per lanciare un allarme sociale spesso sottovalutato. Ci stiamo avviando, dicono le associazioni, verso quella che parrebbe la tempesta perfetta, che spinge famiglie e piccoli imprenditori a rivolgersi inopinatamente alla usura.
L’uomo di mezza età sa di non avere alternative
“Maschio, di età compresa tra i 55 e i 65 anni, padre di famiglia, commerciante, artigiano o piccolo imprenditore che, per salvare la propria azienda, o per evitare di trascinare nel baratro l’intera famiglia, finisce al cappio degli strozzini”, è l’identikit della preda perfetta tracciato da Sos Impresa, che tra Roma e Lazio, presta assistenza a circa 120 vittime dell’usura. Il 50enne “è consapevole di avere meno possibilità di un giovane nel trovare una nuova collocazione professionale, quindi, gioca il tutto per tutto per conservare ciò che ha”, spiega alla agenzia Nova Lino Busa, presidente di Sos Impresa.
Nel 2022 aumentate le richieste di prestiti al 2% al Fondo antiusura Adiconsum
Per effetto della crisi economica in atto, la liquidità di famiglie e imprese, già messa a dura prova dalla pandemia, si assottiglia sempre di più e, per quanti hanno un accesso al credito limitato, il ricorso a prestiti illeciti a volte sembra l’unica via di uscita. Ne è una spia l’aumento di richieste arrivate allo sportello del Fondo antiusura di Adiconsum, numericamente maggiori ora piuttosto che sotto Covid. “L’andamento delle retribuzioni – spiega Rino Tarelli, presidente del fondo – ha dinamiche che si rinnovano di 4 anni per 4 anni”, dovute ai rinnovi dei contratti di lavoro, quindi la crescita salariale “è cadenzata e non omogenea con i costi dei prezzi di materie prime e alimentari che viaggiano a una velocità maggiore. Con queste premesse è naturale aspettarsi una platea di famiglie in difficoltà economica sempre maggiore”.
Solo soldi in contanti per non lasciare tracce
Un mercato, quello del prestito a tassi usurai, che tende come tutto a modernizzarsi. Alla classica figura dell’usuraio tradizionale, se ne sono aggiunte altre “come le reti professionalizzate: società finanziarie più o meno regolari, mediatori creditizi, professionisti che hanno parvenza legale ma che in realtà sono strozzini”, spiega Busa. Un circuito sempre più difficile da far emergere perché “a differenza del passato, l’usuraio presta soldi in contanti e pretende rientri in contanti. Niente più assegni post datati che lasciano troppe tracce”. Una attività sempre più fiorente secondo Sos Impresa, in cui si guadagna davvero tanto e si rischia sempre meno.