mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Pressioni su Palazzo Chigi, oggi le decisioni

Caro bollette e ristori.

A chiedere un intervento sono i cittadini, tutti i comparti produttivi, dagli imprenditori agli agricoltori, e persino gli ambientalisti. Si cerca la quadra sulla ripartizione di quel miliardo e mezzo di euro già previsti dalla Legge di Bilancio approvata poche settimane fa in Parlamento e di evitare, fin dal primo mese dell’anno, uno scostamento di bilancio per allungare una coperta che sembrerebbe troppo corta.

Associazione consumatori e ambientalisti spingono sulle fonti alternative

I nuovi ristori sarebbero, allo stato attuale, destinati a impianti sportivi, discoteche, realtà culturali e mondo del turismo, i settori più colpiti dalle ultime restrizioni imposte dalla rapida diffusione di Omicron. Ma a dividere sono le azioni per contrastare gli ulteriori rincari delle bollette che potrebbero aggirarsi intorno ai 70 miliardi nel 2022 e per i quali le associazioni dei consumatori Assoutenti, Adusbef, Codacons Confconsumatori, Casa del consumatore, Ctcu, Lega Consumatori Movimento difesa del Cittadino, Associazione utenti servizi radiotelevisivi, unitamente a Legambiente e all’Associazione di Reseller e Trader dell’Energia (Arte) hanno presentato al Governo una serie di proposte che puntano a una riforma dei meccanismi di prezzo e della fiscalità dell’energia, ma anche su meccanismi per premiare l’efficienza energetica, la ricerca e realizzazione di nuove fonti e gas rinnovabili come l’idrogeno.

Confindustria: bene confronto, ma non interventi spot

Confindustria si dice soddisfatta per la ricerca di un coordinamento con il settore manifatturiero dimostrata da Draghi, che ha voluto incontrare il presidente Bonomi prima del Cdm, ma chiede, come le associazioni dei consumatori che rappresentano le famiglie, di prevedere interventi strutturali, non solo spot, per rispondere a quella che ormai è una vera e propria emergenza. Da 6 mesi, infatti, il mercato energetico ha raggiunto picchi storici per quanto riguarda il vertiginoso aumento dei prezzi all’ingrosso. Il gas è aumentato del 500 per cento e il Pun (prezzo unico nazionale) è passato dai 30 euro Mwh di aprile 2020 ai 250 di dicembre 2021.

Anche i sindacati chiedono abolizione extra-profitti aziende energetiche

Nonostante i 9 miliardi già investiti dal Governo, i rincari, soprattutto del gas, non si sono fermati. Per questo si chiede un intervento sistemico, eliminando in primo luogo tutti gli oneri presenti in bolletta al di là della componente energia e dei costi di distribuzione e, in secondo luogo, agendo sulle accise arrivate al 40% delle utenze domestiche, come suggerito anche dall’Unione Nazionale Consumatori e dalla CGIL. Il sindacato ricorda come famiglie e imprese paghino non solo il consumo, ma anche gli investimenti delle imprese elettriche e “la chimera del decommissioning del nucleare”. Il rischio è, dice la CGIL, che intere filiere produttive siano costrette a delocalizzare la produzione in altre aree del mondo e che l’Italia perda quote rilevanti di industria pregiata, di prodotti strategici, di lavoro per decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

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