La nuova pandemia è sul web. Ce lo dice chiaramente la Polizia Postale nel Rapporto sulla cybersicurezza pubblicato ieri, con riguardo al 2021. Una attività senza sosta, cui va il nostro ringraziamento, ma che non ci deve lasciare affatto tranquilli.
Nella ricca messe di dati forniti dal report, meritano evidenza secondo me alcuni concetti che vi sono collegabili. Intanto, l’effetto pandemia sull’incremento dell’ampiezza del web a fini criminali (personalmente sono contrario anche agli smodati utilizzi leciti, dannosi per sé stessi e per i costi sociali).
Teniamo presente che è un mondo che si allarga, ma su un terreno che non è perimetrabile. Mi spiego.
Già una massa ipertrofica, cioè il riempimento di un cratere, di un alveo di un fiume o di una diga, lo scioglimento di un ghiacciaio, se non trovano spazio di esondazione e di esfiltrazione implodono e distruggono, con i loro contenuti in eccesso (acqua, lava, detriti), quello che trovano sui terreni e negli ambienti circostanti. Il paradosso contrario si ha anche se l’esterno dispone di masse sterminate di spazio. I contenuti trovano sì posto, ma questo – per internet – costituisce una spinta a immetterne sempre di più, consci del fatto che non vi saranno catastrofi naturali. Ma la libertà di utilizzo di internet fuori da qualsiasi controllo, volendo (ma per fortuna non ci si riesce sempre, come ci spiega questo Rapporto), fa danni esponenzialmente maggiori. Il letto di un fiume è innalzabile prima dell’esondazione, per limitarne i danni. Si può fare lo stesso per un contenuto web?
Temo di no: 5434 attacchi a infrastrutture critiche – significa beni dello Stato strategici, ma anche delle grandi aziende e degli enti locali – ci plastificano una realtà più pesante. Perché questi sono quelli rilevati dalla nostra ottima Polizia postale, ma ne avvengono almeno tre volte di più. La stessa squadra di investigatori ne ha censiti 110.524 come “alert”, cioè allarmi lanciati per possibili infiltrazioni nei siti dedicati. E mancano ovviamente i numerosissimi non denunciati.
Altro dato di estremo interesse è quello del furto di dati finanziari e bancari: il phishing vocale (vishing, con telefonate o chiamate da segreterie telefoniche), quello via mail e quello tramite sms (smishing) hanno prodotto in Italia, solo in un anno, oltre 18.000 furti di informazioni, il 27% in più del 2020. E noi ancora rincorriamo chi spende il contante!!
I genitori italiani devono essere invece assai preoccupati dalla pedopornografia: controlliamo con attenzione i pc dei nostri figli, dato che le indagini su questi reati sono aumentate in un anno del 70%, con 29.000 siti analizzati e 2539 chiusi.
Così come i domini utilizzati da terroristi per affiliare nuovi soldati: approfondimenti sono stati effettuati su oltre 100.000 di essi e, udite udite, tramite questa attività sono anche stati denunciati 108 esponenti legati a siti di movimenti no vax e no green pass.
I vaccini contro questa pandemia non sono solo prodotti dalle indagini, né basterà la pure utilissima Agenzia governativa sulla cybersecurity. Come sempre, i comportamenti responsabili e la cultura della riservatezza: su internet, come al telefono, seguiamo i consigli delle nostre mamme. Non parliamo con gli sconosciuti.
*Ranieri Razzante, Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa
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