C’era molta attesa dopo l’iniziativa della Segreteria di Stato Vaticano. Draghi ha lasciato intendere che ora tocca al Parlamento decidere. Il Governo non interviene. Segue la vicenda. Significa che solo dopo l’approvazione della legge risponderà al Vaticano?
Il presidente Mario Draghi ha illustrato in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno, la settimana di iniziative internazionali, di decisioni economiche e geo politiche, e progetti per il rilancio dell’Italia.
Economica più forte
“Secondo le proiezioni della Commissione europea”, riferisce Draghi, “nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come l’Ue nel suo complesso. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa sarà ancora più sostenuta”.
Consiglio Europeo
“Durante la pandemia”, fa presente Draghi, “abbiamo impiegato risorse ingenti per proteggere la capacità produttiva della nostra economia. Ora dobbiamo assicurarci che la domanda aggregata sia in grado di soddisfare questi livelli di offerta”. Le stime puntano in alto. Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come il resto dell’Ue.
Pericolo inflazione
“Il potenziale pericolo è l’inflazione”, dice Draghi, “che nell’area euro ha raggiunto il 2% a maggio dopo l’1,6% ad aprile. C’è largo consenso che, a oggi, questo aumento sia temporaneo perché legato a un recupero della domanda, a strozzature dell’offerta e a effetti contabili.? L’ultimo rischio riguarda la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Dobbiamo mettere in campo politiche attive del lavoro efficaci, per aiutare chi ha bisogno di formazione per trovare un nuovo impiego”.
L’Europa crede nell’Italia
Gli occhi dell’Europa sono sull’Italia. “Il nostro è infatti il programma più sostanzioso”, ricorda Draghi, “per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del fondo complementare. Il successo del programma Next Generation Eu dipende in larga parte da noi”.
I flussi migratori
il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea.
“Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari: attualmente siamo protagonisti per i corridoi, ci sono pochissimi altri Paesi che li fanno e li fanno così bene”.
L’autunno è banco di prova
“La fiducia sta crescendo, occorre continuare a far sì che cresca. Questo dipende dalle politiche economiche appropriate e tenersi prontissimi nell’affrontare eventuali emergenze sanitarie. Il contrasto alle varianti deve essere rapido ed efficiente”, conclude il premier in aula alla Camera.