venerdì, 22 Novembre, 2024
Lavoro

Ammortizzatori sociali, sfida Sindacati-Confindustria. Tensioni sui licenziamenti. Il Governo accelera sulla riforma

Su lavoro, licenziamenti, tutele e sicurezza i sindacati lanciano l’ultimatum al Governo. Confindustria, invece, alza l’asticella della ripresa e pone il problema dal lato opposto: se c’è crescita ci sarà occupazione. Il governo per ora tace e pensa a come disinnescare le tensioni. Il premier Draghi e il ministro Orlando sono pronti alla mossa decisiva, la riforma degli ammortizzatori sociali. Un tema per ora solo annunciato con delle bozze. Confindustria su questo punto attacca. Ricordando che da un anno ha presentato una organica proposta di riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive. “Ad oggi non è ancora stata discussa nel merito con il governo”, puntualizzano le imprese.
Oltre giugno non sarà possibile andare. Il primo enorme problema saranno i licenziamenti che scatteranno tra breve. Il blocco terminerà il 30 giugno 2021. La proposta di proroga è saltata con uno strascico di polemiche. In campo ci sono soluzioni alternative che non hanno soddisfatto i sindacati. L’attesa rimane tutte concentrata per una riforma complessiva che superi le logiche della “Cassa integrazione guadagni in deroga”, strumento che offre un’integrazione salariale dello Stato, a imprese, piccole imprese e cooperative sociali. Sostegno superato perché oggi risulta parziale di fronte all’ampliamento delle firme contrattuali e tipologie di lavoro.
SOSTEGNI AD HOC
L’idea del Governo è più complessa, si punta a creare per ciascun settore produttivo un sostegno ad hoc. L’obiettivo della riforma
è assicurare trattamenti ordinari e straordinari per tutti i lavoratori. Tenendo conto anche delle dinamiche dei diversi settori produttivi. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si è impegnato a produrre una prima bozza di articolato per luglio. Rimettere ordine è la parola chiave, superando così gli strumenti emergenziali decisi durante la pandemia. Un punto fermo della riforma degli ammortizzatori sociali sarà il suo senso solidaristico – il nessuno sarà lasciato solo – tanto che la proposta di sostegni progetta un ampliamento degli ammortizzatori a favore dei lavoratori autonomi, dopo l’Iscro, la cassa integrazione per i collaboratori della gestione separata Inps.

Riuscire a dare soddisfazione ai sindacati e agli industriali non sarà facile. In primo luogo i costi della riforma dovranno essere vagliati dal ministero dell’economia. Prevedere sussidi per tutti significa mettere in conto uno sforzo economico di proporzioni notevoli, e per ora nemmeno quantificabili. Per questo il ministro Orlando, attende la legge di Bilancio che dovrà appostare i primi miliardi sul nuovo progetto. Mentre come indicato dal premier Draghi e nelle ultime ore dal governatore della Banca d’Italia Visco, anche l’Europa con il programma Sure di sostegno alla occupazione potrebbe dare un aiuto. Il programma Sure potrebbe essere riformato rendendo l’incentivo non più episodico ma costante per le situazioni di crisi occupazionale.

I sindacati dopo la manifestazione del 28 maggio chiedono tempi stretti. I licenziamenti sono imminenti, le misure emergenziali si stanno esaurendo. La protesta salirà di tono e le avvisaglie ci sono tutte. Come l’insoddisfazione degli industriali che avevano fatto proposte di riforma ma le bozze sono rimaste nel cassetto del Ministero del Lavoro.

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