Chiedono un segnale concreto, non promesse. Sono la punta di diamante, è il caso di dirlo, del vastissimo settore del commercio italiano. Sono gioiellieri, orafi, artigiani del lusso, iscritti alla Federpreziosi di Confcommercio, che chiedono attenzione. Rivendicano di essere un pezzo del mondo delle cose di alto pregio artigianale e artistico che permette all’Italia di avere una credibilità mondiale. Non fa mistero la Federpreziosi di essere una piccola realtà ma nel contempo avere un ruolo significativo per prestigio e impegno. Ruolo oggi messo in crisi dalla pandemia, e, sottolineano, dal disinteresse del mondo politico.
“Le nostre gioiellerie, un microcosmo nel settore del commercio composto da 14.800 attività con oltre 40.000 addetti, lamentano una situazione economica estremamente critica”, scrive la Federpreziosi,“pesantemente penalizzata dalle chiusure dell’attività disposte anche dagli ultimi provvedimenti emanati dal Governo”. Da gioiellieri e orafi arriva così l’ennesima richiesta di aiuti: si ritengono inascoltati e marginalizzati dai sostegni di Stato, ma soprattutto chiedono un maggiore impegno da parte del Governo ad essere considerati.
FORTE DELUSIONE
“Ripetutamente”, scrivono in un appello, “in tutte le sedi e con ogni mezzo, abbiamo manifestato alle Istituzioni quanto l’intera categoria orafa sia fortemente delusa dalla mancanza di attenzione alle motivate istanze e all’assenza di prospettive per garantire la sopravvivenza delle nostre imprese, prevalentemente a conduzione familiare: il processo di recessione economica rischia di essere senza ritorno. Irreversibile”. La Federazione dei gioiellieri e orafi non nasconde il suo malumore perché, sostengono, le chiusure hanno fatto danni gravi alle loro piccole imprese, e nel contempo non hanno ristori adeguati.
“Tra le nostre file si sta manifestando uno stato di crescente e profondo disagio a causa delle politiche restrittive adottate nei confronti della categoria e di cui appare evidente l’infondatezza”, fa presente Federpreziosi, “Tutti gli appelli sono rimasti senza riscontro da parte delle Istituzioni.
Da ogni parte del nostro Paese, all’unisono chiediamo ancora una volta che sia consentito di poter al più presto di riprendere appieno il lavoro,anche fissando parametri che prevedano la possibilità di vendita su appuntamento”. Per la Federazione i negozi e gli artigiani possono operare nella massima tranquillità e sicurezza.
“Considerando le caratteristiche delle nostre attività e di come si siano adeguate immediatamente e pienamente ai protocolli di sicurezza per la tutela di clienti e collaboratori.
Ascoltateci”, concludono i gioiellieri, “Dateci un segnale concreto e non solo promesse”.