Tornare a credere nel futuro. È questo il grido di allarme lanciato dalla accorata lettera appello della Federazione Italia pubblici esercizi, Fipe inviata al premier Draghi in cui si chiede di tornare alle aperture dei locali pubblici.
“Servono un cambio di passo e una prospettiva certa e ravvicinata di riapertura”, sollecita la Fipe che torna a ribadire l’urgenza di ridare spazio alle attività commerciali. Nel rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio, la Fipe scrive che “va consentito al settore di contribuire ad una vita più sana del Paese”.
Le imprese della ristorazione e dell’intrattenimento, quelle rimaste, sono reduci da 160 giorni di chiusure forzate, “che peraltro”, scrive la Fipe, “hanno causato danni gravissimi all’occupazione e si apprestano a subire i danni di un’ennesima festività senza ristoranti”. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Fipe, la zona rossa a Pasqua provocherà infatti un danno da 350 milioni di euro, mentre lo stop di Pasquetta causerà un ulteriore danno da 230 milioni.
Per questo Fipe fa presente che “ristori, indennizzi, moratorie, sostegno alla liquidità, ammortizzatori sociali, insieme a sgravi fiscali adeguati e urgenti, sono necessari per l’economia del Paese”. Ma secondo i calcoli della Federazione, non bastano per ripartire: “Per questo bisogna permettere alle imprese di restare aperte, almeno a quelle che possono garantire maggiore sicurezza e il necessario distanziamento grazie alla disponibilità di spazi. Perché”, scrive la Federazione, “non consentire, anche con protocolli di sicurezza rafforzati, il servizio serale nelle regioni in area gialla e il servizio fino alle 18 nelle regioni in area arancione?”.