ROMA (ITALPRESS) – Sebbene nel secondo trimestre si sia verificata una leggera ripresa, permane il cattivo stato di salute dell’artigianato in Italia. Nei primi 6 mesi di quest’anno lo stock delle imprese artigiane è diminuito di 6.564 unità.
Al 30 giugno scorso, il numero complessivo si è attestato a quota 1.299.549. Ad eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le altre regioni italiane il saldo del primo semestre è stato negativo. I risultati più preoccupanti si sono registrati in Emilia Romagna (-761), in Sicilia (-700) e in Veneto (-629). A fornire i numeri è l’Ufficio studi della CGIA.
“Una moria, quella delle aziende artigiane, che dura ormai da 10 anni – si legge -. Tra il 2009 e il 2018, infatti, il numero complessivo è sceso di quasi 165.600 unità”. E’ il Mezzogiorno la macro area dove la caduta è stata maggiore. Tra il 2009 e il 2018 in Sardegna la diminuzione del numero di imprese artigiane attive è stata del 18% (-7.664).
Seguono l’Abruzzo con una contrazione del 17,2% (-6.220), l’Umbria, che comunque è riconducibile alla ripartizione geografica del Centro, con -15,3% (-3.733), la Basilicata con il 15,1% (-1.808) e la Sicilia, sempre con il -15,1%, che ha perso 12.747 attività. Nell’ultimo anno, invece, la regione meno virtuosa d’Italia è stata la Basilicata con una diminuzione dello stock dell’1,9%. (ITALPRESS)