mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Genitori separati: avviate indagini

È durissima la vita dei genitori separati in Italia. Dopo il fallimento del matrimonio molti ex coniugi non riescono a ritrovare il precedente equilibrio e precipitano in un pericoloso vortice di abbandono e disperazione.

Tutto diventa maledettamente difficile. Non parliamo, poi, dei rapporti con le autorità, in primis i servizi sociali, che sono chiamati a gestire i casi più delicati dove ci sono minori da proteggere.

Il cosiddetto “caso Bibbiano” – al netto del sacrosanto principio della presunzione di innocenza che vale per tutte le persone coinvolte nella vicenda – ha permesso di accendere i riflettori su un settore che va senza dubbio monitorato e, perché no, anche riformato.

Di questo e di altro abbiamo parlato con Ubaldo Valentini, presidente dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei minori.

Presidente i vostri rappresentanti in Valle d’Aosta hanno lanciato una durissima offensiva contro i Servizi sociali, muovendo una serie di contestazioni in merito alla storia di un padre separato che si è ritrovato a dormire in auto per una complessa vicenda familiare. Ci può spiegare i motivi della vostra iniziativa?
“In Valle d’Aosta abbiamo pubblicamente denunciato una serie di comportamenti anomali nei confronti di minori figli di separati e dei loro genitori. Ciò sia sulla stampa che con conferenze e convegni. La nostra richiesta di trasparenza è, però, rimasta lettera morta. Anzi dalla Regione, al contrario, ci sono pervenute comunicazioni di contenuto diametralmente opposto.

Siamo del parere che di fronte a tutto questo e, soprattutto, all’atteggiamento dei diretti responsabili del servizio socio-sanitario che rifiutano ai genitori l’accesso ai fascicoli dei propri figli, sia obbligatoria una approfondita indagine sulla legittimità e/o opportunità di questi provvedimenti, sulla gestione professionale delle strutture, sui costi e sui bilanci ed infine sulla correttezza dell’operato dei servizi sociali”.

Quale è il vostro scopo?
“La nostra associazione ha chiesto, ufficialmente e con risposta scritta, al presidente dei servizi sociali, all’assessore alle politiche sociali, al presidente della Regione, al presidente del Tribunale, al presidente del Tribunale per i minorenni, alla Procura della Repubblica c/o Tribunale, alla Procura della Repubblica c/o la Corte dei Conti, alla Corte dei Conti di Aosta di aprire una indagine sull’affido dei minori in Valle d’Aosta per conoscere se gli affidamenti disposti in comunità protette, nelle case famiglie e nelle singole famiglie della Regione Valle d’Aosta o nelle strutture extra-regionali sono stati effettuati in regime di legittimità procedimentali; se durante il periodo di collocamento dei minori sono stati individuati, incaricati e disposti i controlli; se di ciò sono stati redatti regolari verbali e conservati agli atti; se sono state verificate le congruità delle rette pagate dall’ente pubblico a tali strutture e se le stesse rendono pubblici i loro bilanci, gli operatori che seguono i minori, le loro professionalità e i programmi da loro messi in atto a tutela di questi minori sottratti alle famiglie di origine, temporaneamente o definitivamente, come nelle adozioni.

Se tali provvedimenti di collocazione extra-familiare dei minori siano stati realmente indispensabili e se sono state esperite, con la dovuta certificazione, altre vie per sostenere i genitori nella loro genitorialità ed evitare, nella stragrande maggioranza di casi, il drammatico distacco da entrambi i genitori o solo da uno”.

Avete preannunciato anche altre azioni: di cosa si tratta?
“Promuoveremo la medesima indagine anche in Umbria, dove al cittadino genitore non è permesso nemmeno chiedere la trasparenza sui provvedimenti che riguardano i propri figli”.

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