Speriamo che si possa uscire presto da questo tunnel di ansie, sofferenze e anche sia di orrori, come quello dei malati confinati per ore e giorni nelle ambulanze o stipati perfino in promiscuità in alcuni ospedali, sia di drammatiche omissioni di soccorso e di cura per tanti sofferenti di altre crudeli patologie.
E speriamo anche che cessi lo stancante rimpallo di responsabilità fra i vari livelli istituzionali e che si affrontino alla radice i nodi costituzionali e strutturali che avvinghiano, come in un maleficio, le possibilità e le potenzialità di questo nostro Paese.
Queste, le nostre preoccupazioni che tolgono forse anche lucidità ad una classe politica ed imprenditoriale, che, per essere tale, dovrebbe saper guardare lontano, oltre la pandemia, e preparare il nostro tessuto produttivo alle sfide nuove poste dalla conoscenza anche gestendo con lungimiranza e visione strategica i fondi straordinari che ci verranno dall’Unione Europea.
Fra queste sfide, prioritaria è quella di proteggere e risanare l’ambiente in cui viviamo, gravemente compromesso dall’emissione dei gas serra, tanto da incidere negativamente sulla qualità della vita delle persone, sulla salute, sulla stessa pace, minacciata non solo dal proliferare dei conflitti locali, ma anche dalle sofferenze di intere popolazioni condannate alla fame ed alla malattie, dall’estendersi della desertificazione e da altri fenomeni naturali.
L’Europa si sta preparando alla sfida sulle fonti energetiche puntando sul trattamento dell’idrogeno.
Già 13 mesi fa la Commissione europea ha lanciato il Green Deal, che prevede mille miliardi di investimenti per azzerare le emissioni inquinanti fra il 2030 e il 2050 e la scorsa estate è stato dato il via all’ “Alleanza” e alla “Strategia per l’idrogeno” che prevede i grandi investimenti citati.
In questo quadro sono previsti gli Ipcei, grandi “Progetti di interesse comune europeo” e già Berlino e Parigi hanno manifestato interesse ed impegno alla loro realizzazione, tanto da presentare la Germania, già un piano di 9 miliardi di Euro e la Francia di oltre 7 miliardi.
Si stanno preparando anche Spagna e Portogallo; l’Italia per ora tace, solo SNAM, Eni ed Enel si sono candidate a partecipare a titolo privato all’alleanza per l’idrogeno.
Infine restano ancora ombre ed indeterminatezze sulle nostre proposte strategiche per adire al Recovery plan dell’UE.