Le dichiarazioni del presidente USA, Donald Trump, riaccendono le tensioni tra Washington e Caracas. In un’intervista radiofonica, il presidente ha affermato che gli Stati Uniti hanno “distrutto una grande struttura” in Venezuela nell’ambito della campagna contro il narcotraffico nella regione. L’affermazione, pronunciata con tono casuale durante il programma “Cats & Cosby” dell’emittente WABC, ha immediatamente sollevato interrogativi sulla natura dell’operazione e sulle sue implicazioni geopolitiche. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, Trump ha descritto l’obiettivo come “una grande pianta o un grande impianto da cui partono le navi”, lasciando intendere che si trattasse di un’infrastruttura legata al traffico di droga. Il presidente ha aggiunto che l’attacco sarebbe avvenuto “due notti prima” dell’intervista, senza però fornire dettagli su luogo, modalità o conferme ufficiali da parte del Pentagono. Le sue parole hanno alimentato speculazioni su un possibile primo attacco statunitense a un obiettivo terrestre in Venezuela, un’azione che segnerebbe un’escalation significativa nella pressione militare contro il governo di Nicolás Maduro. Tuttavia, a tre giorni dalle dichiarazioni, nessuna agenzia governativa ha confermato l’operazione, né sono emerse prove indipendenti che possano verificarne l’esistenza. La Casa Bianca ha mantenuto il silenzio, mentre il Dipartimento della Difesa non ha rilasciato commenti. Gli analisti sottolineano che gli Stati Uniti hanno intensificato negli ultimi mesi le operazioni contro presunte imbarcazioni di narcotrafficanti nella regione caraibica, ma un attacco a una struttura terrestre rappresenterebbe un salto qualitativo nelle operazioni militari. Il governo venezuelano non ha ancora reagito ufficialmente, ma in passato ha denunciato più volte quella che definisce una “guerra non dichiarata” condotta da Washington.
Trump rivela: “Gli Stati Uniti hanno distrutto una grande struttura in Venezuela”
