Faustin-Archange Touadéra si prepara a correre per un terzo mandato alla guida della Repubblica Centrafricana, una candidatura resa possibile dalla riforma costituzionale approvata tramite referendum nel 2023. A 68 anni e dopo oltre un decennio al potere, l’ex matematico si affida a una strategia ormai consolidata nella regione: modificare le regole istituzionali per prolungare la propria permanenza alla presidenza. La Corte costituzionale ha confermato ufficialmente la sua eleggibilità, insieme a quella di altri sei candidati, in vista delle elezioni del 28 dicembre 2025. La decisione arriva in un contesto segnato da instabilità cronica, conflitti interni e una crescente dipendenza dalla protezione militare russa, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo centrale nella sicurezza del Paese. Touadéra si presenta agli elettori come l’unico garante della stabilità, forte dell’appoggio di Mosca e di una rete di alleanze costruite anche attraverso iniziative economiche controverse. Tra queste, il progetto Sango Coin, la criptovaluta nazionale lanciata nel 2022 con l’ambizione di attrarre investimenti internazionali e modernizzare l’economia. L’esperimento, però, si è rivelato un fallimento: sia Sango Coin sia la moneta digitale $CAR hanno registrato crolli significativi, alimentando accuse di opacità e rischi per il patrimonio pubblico. Nonostante le critiche, il presidente continua a presentarsi come un innovatore, sostenendo che la digitalizzazione finanziaria possa offrire nuove opportunità a un Paese tra i più poveri al mondo. Gli osservatori internazionali, tuttavia, sottolineano come i programmi legati alle criptovalute abbiano favorito soprattutto l’élite al potere, mentre la popolazione continua a fare i conti con insicurezza, sfollamenti e servizi essenziali carenti.
Touadéra tenta il tris: il presidente centrafricano, tra Mosca e criptovalute, punta al terzo mandato
