Il governo colombiano guidato da Gustavo Petro ha attivato i poteri di emergenza economica per introdurre un aumento delle tasse su banche, grandi patrimoni e settori ad alta redditività, nel tentativo di colmare il buco di bilancio previsto per il 2026. La decisione arriva dopo il fallimento della riforma tributaria in Parlamento, che ha lasciato scoperti circa 3,6 miliardi di euro necessari a finanziare la spesa pubblica del prossimo anno. Il decreto d’emergenza consente all’esecutivo di varare misure fiscali immediate senza passare dal Congresso, una scelta che ha già acceso il dibattito politico. Tra le nuove imposte figurano un incremento dell’aliquota sui profitti delle istituzioni finanziarie, un prelievo aggiuntivo sui redditi più alti e una serie di tasse settoriali che colpiscono carburanti, gioco d’azzardo online, sigarette e attività estrattive. L’obiettivo dichiarato è raccogliere oltre 6 miliardi di euro, cifra ritenuta indispensabile per sostenere programmi sociali e investimenti pubblici. La mossa di Petro si inserisce in una strategia più ampia che punta a ridurre le disuguaglianze attraverso una maggiore imposizione sui ceti più abbienti, coerentemente con la linea progressista del governo. Già nel 2022 l’esecutivo aveva presentato una riforma che prevedeva un aumento delle tasse per chi guadagna più di 10 milioni di pesos al mese, pari al 2,4% della popolazione, insieme a misure come carbon tax, plastic tax e sugar tax per ampliare la base fiscale. Le opposizioni denunciano un “abuso di potere” e temono un impatto negativo sugli investimenti, mentre gli analisti sottolineano che l’emergenza economica potrebbe essere contestata davanti alla Corte Costituzionale. Per il governo, però, la priorità resta evitare un deficit ingestibile e garantire la continuità dei programmi sociali. La battaglia politica è appena iniziata, e il nuovo pacchetto fiscale promette di diventare uno dei dossier più caldi del 2026.



