Una nuova sparatoria di massa scuote il Sudafrica. Dieci persone sono state uccise e altre dieci ferite in un attacco armato avvenuto nella notte a Bekkersdal, sobborgo situato circa 40 chilometri a sud‑ovest di Johannesburg. A confermarlo è la polizia sudafricana, che ha diffuso una nota dai toni allarmati: il movente resta sconosciuto, mentre gli autori dell’assalto sono ancora in fuga. Secondo le prime ricostruzioni, un commando composto da circa una dozzina di uomini sarebbe arrivato a bordo di due veicoli — un kombi bianco e una berlina argentata — aprendo il fuoco contro i clienti di una taverna poco prima dell’una di notte. Le vittime, riferiscono gli agenti, sono state colpite “a caso per strada” mentre tentavano di fuggire dall’attacco. La dinamica richiama altre stragi recenti nel Paese, dove episodi di violenza armata legati a criminalità organizzata, faide locali o bande sono purtroppo frequenti. L’area di Bekkersdal, una township nata durante l’era dell’apartheid, è da anni teatro di tensioni sociali e alti livelli di criminalità. Ma la brutalità dell’azione e l’apparente assenza di un obiettivo specifico hanno spinto le autorità a parlare di “attacco indiscriminato”. La polizia ha avviato una vasta caccia all’uomo, mobilitando unità speciali e chiedendo la collaborazione dei residenti. La sparatoria arriva a poche settimane da un altro episodio analogo avvenuto a Saulsville, dove undici persone — tra cui tre bambine — erano state uccise in un ostello. Un’escalation che riaccende il dibattito sulla sicurezza nazionale e sulla capacità dello Stato di contenere la proliferazione delle armi illegali. Mentre le indagini proseguono, la comunità di Bekkersdal si ritrova a fare i conti con l’ennesima notte di sangue. E il Sudafrica, ancora una volta, si risveglia davanti al volto più oscuro della sua violenza diffusa.



