Nel suo discorso alla Nazione, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scelto la via dell’offensiva totale: un messaggio breve, meno di venti minuti, costruito per ribaltare la percezione di un Paese appesantito da inflazione, salari in affanno e fiducia in calo. Il presidente ha definito l’eredità lasciata da Joe Biden un «disastro», attribuendogli il caro vita e le difficoltà che hanno colpito milioni di famiglie negli ultimi anni. Trump ha insistito su un punto: l’America, sotto la sua guida, sarebbe “tornata”. Una narrazione che punta a spostare l’attenzione dai dati poco favorevoli — gradimento in calo, disoccupazione in aumento, inflazione sopra il target della Fed — verso una promessa di rinascita economica. Il 2026, ha assicurato, porterà «un boom economico come il mondo non ha mai visto». Il presidente ha elencato quelli che considera i primi risultati del suo nuovo mandato: confini più sicuri, prezzi in rallentamento, salari che crescono più dell’inflazione. Una lettura ottimistica che contrasta con le analisi di molti osservatori, ma che parla direttamente alla sua base, desiderosa di segnali di stabilità dopo mesi di tensioni interne e scandali che hanno attraversato anche il movimento Maga. Il passaggio più concreto del discorso è stato però l’annuncio del cosiddetto warrior dividend: un assegno da 1.776 dollari destinato a quasi un milione e mezzo di militari, da erogare entro Natale. Un gesto simbolico e identitario, che richiama la retorica patriottica del presidente e punta a rinsaldare il rapporto con le forze armate in un momento politicamente delicato. Trump ha evitato quasi del tutto la politica estera, limitandosi a un accenno a Gaza, e ha preferito concentrare il messaggio su un’idea semplice: il Paese sarebbe stato “salvato” e ora si appresterebbe a correre. Una promessa ambiziosa, che dovrà però misurarsi con una realtà economica ancora fragile e con un’opinione pubblica divisa.
L’America del dopo‑disastro: Trump rilancia crescita e “warrior dividend”
