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Imam di Torino liberato dal Cpr: la Corte d’Appello revoca il trattenimento

lunedì, 15 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

È tornato in libertà l’imam di Torino Mohamed Shahin. L’uomo ha lasciato il Cpr di Caltanissetta in applicazione della decisione della Corte d’Appello di Torino, che ha disposto la cessazione del trattenimento nella struttura, accogliendo il ricorso presentato dai suoi avvocati. Alla liberazione è seguita la consegna di un permesso di soggiorno provvisorio, rilasciato dalla Questura di Caltanissetta. La decisione arriva dopo un iter giudiziario che aveva visto il Viminale disporre l’espulsione dell’imam. La Corte d’Appello di Torino ha invece ritenuto non sussistenti le condizioni per il proseguimento del trattenimento, pronunciandosi per la sua liberazione.
Sul provvedimento si sono registrate reazioni politiche immediate e fortemente critiche. Augusta Montaruli, Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha parlato di una decisione che “smentisce sé stessa senza elementi di novità”, sostenendo che la Corte avrebbe anticipato valutazioni che dovrebbero essere affidate a un processo. Secondo Montaruli, si tratta di un “fatto inedito e gravissimo” che desta preoccupazione per lo stato di diritto. La deputata ha inoltre annunciato l’intenzione di approfondire tutti i profili della vicenda.

“Decisione incomprensibile”

Critiche sono arrivate anche da Mariastella Gelmini, Senatrice di Noi Moderati, che ha definito la decisione “incomprensibile e pericolosa”, ricordando che su Shahin pendevano valutazioni di pericolosità e che in passato avrebbe giustificato come atto di resistenza il pogrom del 7 ottobre. “Non c’è spazio in Italia per chi professa odio e minaccia la sicurezza nazionale”, ha dichiarato.
Ancora più duro il commento di Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, che sui social ha parlato di una sentenza “vergognosa e inquietante”, accusando la magistratura di andare contro l’azione del Governo e la sicurezza dei cittadini. Nella stessa linea il Presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, che ha definito “preoccupante” la tendenza di alcuni magistrati a contrastare le decisioni dell’esecutivo in materia di sicurezza.

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