La corruzione non è più solo un illecito diffuso, ma un fenomeno strutturale e globale, capace di minacciare economie, istituzioni democratiche e diritti fondamentali. È il messaggio centrale lanciato dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto in Assemblea plenaria all’XI Conferenza degli Stati Parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (Uncac), in corso a Doha, in Qatar. Nordio ha richiamato l’attenzione della comunità internazionale sulla natura sistemica della corruzione, sottolineando come essa sia oggi spesso intrecciata con la criminalità organizzata e in grado di infiltrarsi profondamente nei processi decisionali e nelle economie nazionali. In questo contesto, il ministro ha ribadito il ruolo storico e attivo dell’Italia nel contrasto alla corruzione e alle mafie, un impegno che affonda le radici nella propria esperienza istituzionale e giudiziaria.
Le dimensioni economiche del fenomeno, ha evidenziato Nordio, rappresentano una vera emergenza globale. “La corruzione costa all’economia mondiale punti di PIL globale e, a questi livelli, diventa una diretta violazione dei diritti umani”, perché ostacola lo sviluppo, alimenta le disuguaglianze e compromette la dignità delle persone. Da qui la necessità di una risposta coordinata e moderna, fondata su una lettura complementare della Convenzione di Mérida contro la corruzione e della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale, considerate dall’Italia strumenti inscindibili per rafforzare la cooperazione giudiziaria internazionale.
Le priorità
Tra le priorità indicate dal ministro, particolare rilievo è stato dato al recupero dei beni illeciti. “La storia dimostra che colpire i patrimoni criminali è spesso più efficace delle sole misure personali”, ha affermato Nordio, sottolineando l’importanza di seguire i flussi finanziari e confiscare i proventi illeciti, anche alla luce delle nuove sfide rappresentate da criptovalute e strumenti digitali. Un’azione che, oltre a indebolire le organizzazioni criminali, esercita un forte effetto deterrente.
Ampio spazio è stato dedicato anche all’impegno italiano nella cooperazione tecnica internazionale. Nordio ha ricordato programmi come il Falcone-Borsellino, già operativo in America Latina e ora esteso ai Balcani, all’Europa centrale, ai Paesi Asean e all’Africa, e il programma Rosario Livatino, finalizzato a rafforzare integrità, trasparenza e responsabilità amministrativa. “Ricordare questi magistrati – ha sottolineato – significa onorarne l’esempio e ribadire che la legalità è un valore universale”.
La prevenzione, secondo il Ministro, passa anche dall’educazione: “La vera prevenzione nasce dall’educazione alla legalità e ai valori civici”, affinché cittadini, funzionari pubblici e imprese percepiscano il rispetto delle regole come una responsabilità condivisa e non come un ostacolo.
Concludendo il suo intervento, Nordio ha ribadito che l’Italia continuerà a essere un partner affidabile del multilateralismo giuridico, sostenendo il ruolo delle Nazioni Unite e dell’UNODC nel rafforzare lo Stato di diritto, la trasparenza e la cooperazione internazionale nella lotta alla corruzione.



