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Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Meloni chiude Atreju: “Il campo largo lo abbiamo riunito noi”

Il Premier attacca Schlein e la Sinistra, rivendica la compattezza del Centrodestra e rilancia su premierato e sostegno all’Ucraina
lunedì, 15 Dicembre 2025
3 minuti di lettura

Giorgia Meloni ha chiuso ieri l’edizione di Atreju definendola “la più intensa e partecipata di sempre”, ringraziando in particolare i giovani per l’entusiasmo dimostrato “che mi ripaga di ogni notte passata senza dormire abbastanza e di ogni fine settimana passato a lavorare”, ha detto dal palco. Il Presidente del Consiglio ha toccato tutti i principali temi dell’agenda politica, dalle riforme istituzionali all’economia, dalla politica estera ai rapporti con l’opposizione, rivendicando l’azione del governo e la tenuta della maggioranza.

Al centro del discorso il ruolo dell’Europa, che il Premier ha respinto venga descritta come una realtà in declino: “Non ci rassegniamo all’idea che la grande civiltà europea venga raccontata come un pachiderma inutile. L’Europa non è al tramonto, non è un museo del passato: è una civiltà che ha ancora una missione e che non chiede il permesso di esistere”, le sue parole. Richiamando le posizioni di Donald Trump sulla difesa, ha aggiunto: “Per ottant’anni avete appaltato la sicurezza agli Stati Uniti pensando che sarebbe stato gratis. La libertà ha un prezzo e noi abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una servitù solo apparentemente comoda”. Da qui la richiesta di rafforzare la capacità di difesa europea e di costruire “una colonna europea della Nato di pari forza e dignità rispetto a quella americana”.

Ucraina e politica estera

Sul conflitto in Ucraina il Primo Ministro ha ribadito una linea netta: “Dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino che combatte contro il neoimperialismo di stampo sovietico della Russia e continueremo a farlo per il senso di giustizia, ma soprattutto per difendere il nostro interesse nazionale e la nostra sicurezza”. La pace, ha aggiunto, “non si costruisce con le canzoni di John Lennon, ma con la deterrenza”. Meloni ha anche ringraziato il Presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen per la sua partecipazione ad Atreju, parlando di una testimonianza che “fa giustizia delle accuse di complicità in genocidio rivolte al governo”.

Riforme e giustizia

Ampio spazio alle riforme istituzionali: “Avanti con il premierato, che restituirà agli italiani il diritto di scegliere e metterà fine ai giochi di palazzo”, ha spiegato, confermando anche il sostegno all’autonomia differenziata e a Roma capitale. In vista del referendum sulla giustizia, Meloni ha invitato a votare prescindendo dal Governo: “Fregatevene della Meloni. I governi passano, ma le leggi restano e incidono sulla vostra vita. Votate per voi stessi, per i vostri figli e per il futuro di questa nazione”. Ha citato il caso Garlasco come esempio di ciò che non dovrebbe più ripetersi. Sui centri per i migranti in: “Funzioneranno, solo che grazie ai giudici funzioneranno con un anno e mezzo di ritardo. Se c’è un danno erariale, non è al Governo che va contestato”.

Economia, fisco e lavoro

Sul fronte economico il Primo Ministro ha respinto le accuse di favorire i ricchi. “Dicono che favoriamo i ricchi perché abbiamo tagliato di due punti l’Irpef ai redditi fino a 50mila euro. Per loro chi guadagna 2.500 euro lordi al mese ed ha tre figli e un mutuo è ricco”, ha detto. “Noi invece abbiamo un’altra idea di chi siano i ricchi in Italia: i gruppi di potere, i grandi concessionari, i grandi gruppi finanziari”. Ha rivendicato la fine delle “mance elettorali” e una politica che investe le risorse dove servono.
Meloni ha poi sottolineato i dati sull’occupazione: “Oggi l’Italia ha il numero di occupati più alto della sua storia e il tasso di disoccupazione più basso da decenni”. Ha rivendicato anche i risultati nel Mezzogiorno, definito “la locomotiva d’Italia” grazie a investimenti, lavoro e legalità.

Centrodestra e opposizioni

Difesa netta della coalizione di Governo: “L’alleanza di Centrodestra non nasce per ravanare qualche poltrona, ma per mettere al servizio della nazione una visione condivisa”. Ha escluso crisi interne: “So che molti sperano che il dibattito nella maggioranza degeneri, ma non accadrà. Noi siamo alleati e siamo amici”. Durissimo poi il giudizio sul campo largo. Meloni lo ha definito “un’ammucchiata” e ha criticato l’assenza di Elly Schlein: “Il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi ad Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli”. Ha aggiunto: “Ho proposto un confronto due contro uno e mi hanno detto di no. Vogliono governare insieme: come lo fanno, con le lettere degli avvocati?”.
Nel finale Meloni ha richiamato i militanti di Fratelli d’Italia a non dimenticare le proprie origini: “Sapevamo che governare significava decidere e decidere significava anche sbagliare. Gli unici che non sbagliano mai sono quelli che si accontentano di sopravvivere”. E ha chiuso con un messaggio identitario: “Noi non siamo nati per questo. Siamo nati per incidere. Se riusciremo a proteggere quella forza che ogni cuore custodisce, non racconteremo una storia: la scriveremo”.

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