La giornata diplomatica sulla guerra in Ucraina si è mossa lungo due direttrici opposte. Da un lato l’intensificarsi dei contatti tra Stati Uniti, Europa e Kiev in vista dei vertici di Parigi e Berlino. Dall’altro, l’inasprimento militare con nuovi attacchi russi su Odessa e la crescente assertività di Mosca e Washington nei rispettivi messaggi pubblici.
Le Monde ha riferito che l’Ucraina sarebbe pronta ad accettare una zona demilitarizzata nel Donbass, controllata da forze internazionali, come parte del futuro accordo. Una concessione che, secondo il quotidiano francese, avrebbe ricevuto il via libera delle capitali europee. La reazione di Kiev è stata immediata: l’ufficio del presidente ha definito “errate” le interpretazioni, chiarendo che nessuna decisione può essere presa senza un mandato politico esplicito o un eventuale referendum. Il consigliere Dmitry Lytvyn ha precisato che il collega Podolyak non aveva indicato un consenso già maturato, ma solo la possibilità teorica di discutere vari modelli di sicurezza.
La macchina diplomatica europea prosegue il lavoro. Sabato i funzionari di Ucraina, Usa, Francia, Germania e Regno Unito si incontreranno a Parigi per esaminare lo stato del negoziato, mentre per lunedì è previsto un possibile vertice dei leader a Berlino, al quale non è esclusa la partecipazione di Donald Trump. Un alto diplomatico dell’Unione ha smentito l’esistenza di un documento che fissi l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue al primo gennaio 2027, ipotesi circolata nei giorni scorsi come parte dei possibili incentivi del piano di pace.
La Russia continua a prendere le distanze dalle bozze circolate. Il consigliere presidenziale Yuri Ushakov ha dichiarato di non credere che il Cremlino sarà “pienamente soddisfatto” della versione rielaborata congiuntamente da Stati Uniti, Europa e Kiev. Mosca sostiene di non aver ancora ricevuto un testo definitivo, ma prevede che molti aspetti non saranno accettabili. Il messaggio è chiaro: la trattativa, qualora avanzasse tra Washington e gli alleati, dovrà comunque fare i conti con una risposta russa.
Alla dimensione politica si affianca quella economica. La Banca centrale russa ha annunciato un’azione legale contro Euroclear presso la Corte arbitrale di Mosca, per contestare il blocco e il possibile utilizzo degli asset russi congelati nell’Ue. Il tema sarà centrale nei prossimi incontri europei, incluso il Consiglio del 18 dicembre.
Dal lato statunitense, Trump ha definito “complicato ma vicino” il lavoro sull’accordo, sostenendo che, al di là delle resistenze di Zelensky, “al popolo ucraino piacevano i contenuti”. Ha inoltre dichiarato di essere pronto ad assistere Kiev in caso di intesa e a partecipare al vertice del fine settimana, se ci saranno progressi sul cessate il fuoco. Il presidente americano ha però alzato i toni, accusando vari interlocutori di “giochetti” e avvertendo del rischio di un’escalation incontrollata. “Finiremo in una Terza guerra mondiale e non vogliamo che accada”, ha detto alla stampa, lamentando la mancanza di coordinamento tra gli attori coinvolti.
Sul terreno, la Russia ha colpito nuovamente Odessa con droni e missili, danneggiando infrastrutture critiche e lasciando parte della città senza elettricità e acqua. Non risultano vittime, ma le autorità ucraine parlano di “nuovo attacco nemico” contro obiettivi civili.
Intanto l’Italia resta impegnata nel coordinamento internazionale. Durante la call dei “volenterosi”, la premier Giorgia Meloni ha insistito sulla necessità di mantenere unite le due sponde dell’Atlantico e di definire solide garanzie di sicurezza per Kiev. La questione degli asset russi è stata uno dei punti centrali della discussione, mentre a Berlino si tornerà sul tema dei fondi destinati al sostegno futuro dell’Ucraina.
Restano però tensioni nella maggioranza sulla proroga degli aiuti militari, che il governo dovrà approvare entro fine anno. Forza Italia chiede coesione e avverte dei rischi politici di un voto diviso, mentre la Lega invoca prudenza. Matteo Salvini, ospite di Porta a Porta, ha definito la guerra ormai “persa sul campo” e ha messo in guardia dal “prolungare l’agonia”.



