La spirale diplomatica sulla guerra in Ucraina si intensifica mentre gli Stati Uniti aumentano la pressione su Volodymyr Zelensky affinché accetti il piano americano, Mosca ribadisce con toni aggressivi di puntare a una “pace duratura”, e l’Europa fatica a trovare una linea comune. Sul terreno intanto continuano gli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche: intere regioni ucraine affrontano blackout prolungati mentre l’Onu avverte che milioni di civili passeranno le festività al buio e al gelo.
Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che le parole del presidente statunitense sul non ingresso dell’Ucraina nella Nato, sulle concessioni territoriali e sul “declino” della leadership europea sono “in linea con la posizione della Russia”. Trump ha anche definito l’Europa “decadente, con leader deboli”, invitando Zelensky ad accettare “senza indugio” il piano sul tavolo. Una retorica che accende le tensioni transatlantiche, mentre da Bruxelles si tenta di finalizzare una proposta alternativa che il presidente ucraino dovrebbe inviare oggi a Washington dopo il suo tour europeo.
Peskov ha insistito sul concetto chiave: Mosca non vuole una tregua temporanea ma un accordo obbligatorio, firmato e garantito, che cristallizzi sul lungo periodo il nuovo equilibrio territoriale. “Lavoriamo per una pace sostenibile e garantita”, ha affermato.
Attacco all’Europa
Nel Consiglio della Federazione, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha attaccato frontalmente l’Europa, accusandola di voler confiscare i beni russi congelati perché “non ha più risorse per finanziare la guerra”. Ha poi aggiunto che Trump è “l’unico leader occidentale” a capire le radici del conflitto e ha avvertito che Mosca risponderà a “qualsiasi azione ostile”, inclusa l’eventuale presenza di contingenti militari europei in Ucraina.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ridicolizzato la disponibilità di Zelensky a organizzare elezioni entro tre mesi se l’Occidente ne garantirà la sicurezza. Secondo Zakharova si tratta di una messinscena che ricorda il “teatro di Karabas-Barabas”. Mosca sostiene che non ci sia nulla di democratico in un processo elettorale che dipende da garanti stranieri.
Zelensky: tre documenti per il negoziato con Usa ed Europa
Sul fronte politico, Zelensky smentisce che gli Stati Uniti chiedano la cessazione della difesa nel Donetsk. “Quella è un’idea russa, non americana”, ha precisato. Quanto alla Nato, il presidente riconosce che Washington “non è ancora pronta” ad accogliere Kiev nell’Alleanza, motivo per cui si stanno negoziando garanzie multilaterali di sicurezza. Zelensky conferma che Ucraina, Stati Uniti ed Europa stanno lavorando su tre documenti:
- Un accordo quadro in 20 punti, ancora in evoluzione.
- Un accordo sulle garanzie di sicurezza, coordinato con i militari e integrato con la “Coalizione dei Volenterosi”.
- Un piano di ricostruzione, da attivare dopo un eventuale cessate il fuoco.
Zelensky dovrebbe trasmettere oggi a Washington la bozza concordata con gli europei, ultimo passo prima di una nuova fase del confronto diplomatico.
Blackout diffusi e infrastrutture colpite
Nel frattempo la notte ha portato nuovi attacchi alla regione di Odessa. Le forze ucraine riferiscono che la maggior parte dei droni è stata intercettata, ma un’infrastruttura è stata colpita causando un incendio. Non ci sono vittime e i servizi funzionano, ma i danni si aggiungono alla lunga lista di strutture energetiche già compromesse.
Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Joyce Msuya ha descritto un Paese allo stremo, dove “interi quartieri restano al buio e senza riscaldamento” e le squadre di emergenza “non riescono più a tenere il passo con l’entità dei danni”. A quasi quattro anni dall’invasione, la resilienza della popolazione resta alta, ma il margine si assottiglia ogni giorno. Dall’altra parte della frontiera il ministero della Difesa russo riferisce l’abbattimento notturno di 20 droni ucraini, inclusi alcuni lanciati verso le regioni di Mosca, Kaluga e Bryansk.



