Il Ministero della Difesa giapponese ha denunciato che diversi jet da combattimento cinesi avrebbero puntato i radar di tiro delle armi contro aerei della Japan Air Self-Defense Force (JASDF) durante operazioni di pattugliamento nel Mar Cinese Orientale. L’episodio, avvenuto il 6 dicembre 2025, è stato definito da Tokyo “un atto estremamente pericoloso e provocatorio”. Secondo la ricostruzione giapponese, i radar di bordo dei caccia cinesi avrebbero agganciato i velivoli giapponesi per alcuni minuti, simulando una fase preliminare di attacco. Il ministro della Difesa ha sottolineato che “questo tipo di comportamento aumenta il rischio di incidenti militari e mette in pericolo la stabilità regionale”. La Cina ha respinto le accuse, definendo la denuncia giapponese “infondata” e sostenendo che i propri velivoli “stavano operando in conformità con il diritto internazionale”. Pechino ha ribadito che le attività militari giapponesi vicino alle isole contese Senkaku/Diaoyu costituiscono “una violazione della sovranità cinese”. L’episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione tra i due Paesi. Negli ultimi mesi, il Giappone ha intensificato le esercitazioni con gli Stati Uniti e ha rafforzato la presenza militare nelle isole meridionali, mentre la Cina ha aumentato le incursioni aeree e navali nella regione. Gli analisti avvertono che il puntamento dei radar di tiro rappresenta una delle azioni più aggressive prima di un vero attacco, e che la ripetizione di simili episodi potrebbe portare a un’escalation incontrollata. Il governo giapponese ha presentato una protesta formale a Pechino e ha chiesto un incontro urgente con i partner del Quad (USA, Australia, India) per discutere misure di sicurezza. La vicenda conferma come il Mar Cinese Orientale resti uno dei punti caldi della geopolitica asiatica, dove ogni gesto militare rischia di trasformarsi in crisi diplomatica.
Il Giappone denuncia: “I jet cinesi hanno puntato i radar di tiro delle armi sui nostri aerei”
