La giornata si apre con un doppio movimento. Da una parte la diplomazia che tenta di avanzare nei colloqui avviati tra Kiev Washington e Mosca. Dall’altra un nuovo ciclo di attacchi russi che hanno colpito metà del paese spegnendo intere regioni. In mezzo si inserisce la strategia americana corretta da Donald Trump che secondo il Cremlino convergerebbe con la visione geopolitica russa sull’Europa.
Dmitrij Peskov ha definito gli ultimi cambiamenti introdotti da Trump nella strategia per la sicurezza nazionale come “coerenti” con la posizione russa. Una convergenza che secondo Mosca potrebbe diventare una garanzia per lavorare in modo costruttivo verso una soluzione negoziata della guerra. La linea americana sull’Europa resta un punto altamente divisivo. L’Ue ha reagito ricordando che le proprie regole sono decise in autonomia. A complicare ulteriormente il clima è arrivato un nuovo attacco mediatico di Elon Musk che ha pubblicato l’immagine della bandiera europea sollevata per mostrarne una nazista. La Commissione ha parlato di responsabilità condivisa per il mantenimento di una pace durevole.
Peskov ha avvertito che eventuali sequestri di beni russi detenuti all’estero comporteranno responsabilità sia per gli Stati sia per le singole persone coinvolte. Il Cremlino ha richiamato anche la posizione cauta del Fondo Monetario Internazionale che teme effetti destabilizzanti sul sistema finanziario globale. Per Mosca questo è un segnale che lo stesso impianto monetario occidentale si starebbe rivoltando contro chi lo ha creato.
L’inviato speciale uscente di Trump per l’Ucraina Keith Kellogg ha dichiarato che un accordo sarebbe “davvero vicino”. Le due questioni ancora irrisolte restano il futuro del Donbass e quello della centrale nucleare di Zaporizhzhia che oggi non è operativa ma continua ad avere bisogno di energia costante per la sicurezza dei reattori e del combustibile esausto. Kellogg ha ricordato la portata delle perdite umane definite come senza precedenti per un conflitto regionale. Secondo l’inviato gli eserciti di Russia e Ucraina avrebbero superato insieme quota due milioni di vittime tra morti e feriti.
Intanto in Florida Rustem Umerov e Andriy Hnatov hanno discusso per due giorni con l’inviato Steve Witkoff e Jared Kushner dopo la missione di questi ultimi al Cremlino. Le parti parlano di progressi e intendono vedersi una terza volta. In questo contesto è stata confermata la visita di Zelensky a Londra lunedì per colloqui con Keir Starmer Emmanuel Macron e Friedrich Merz.
Macron ha condannato la nuova ondata di attacchi russi definendo la Russia “chiusa in un percorso di escalation” e insistendo sulla necessità di aumentare la pressione per costringerla a scegliere la pace. Ha annunciato che a Londra si farà il punto sul quadro negoziale promosso dagli Stati Uniti e sulle garanzie di sicurezza che l’Europa e Washington intendono fornire a Kiev.
Zelensky ha riferito di una conversazione lunga e dettagliata con Witkoff e Kushner definita “costruttiva”. Il presidente ucraino attende ora un rapporto completo dai suoi negoziatori e ha confermato che i contatti con Washington proseguiranno. Ha inoltre parlato con il segretario generale della Nato Mark Rutte per aggiornamenti sulla situazione diplomatica.
Allarmi nucleari. Problemi a Zaporizhzhia e nuovi rischi a Chernobyl
Nella notte Zaporizhzhia ha perso per alcune ore tutta l’alimentazione esterna. Un evento serio dato che la centrale pur non essendo attiva dipende dall’energia elettrica per mantenere in sicurezza reattori e combustibile. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica segnala inoltre un deterioramento dello scudo protettivo del reattore di Chernobyl dopo un attacco con droni avvenuto mesi fa. I tecnici hanno rilevato la perdita delle principali funzioni di sicurezza della struttura e ritengono necessari interventi completi per prevenire rischi a lungo termine.
Sul campo
Il ministero della Difesa russo ha rivendicato la conquista di Kucherivka nel Kharkiv e di Rivne nel Donetsk. Le unità di Mosca affermano di continuare a colpire le forze ucraine accerchiate sulla riva sinistra dell’Oskil. La Russia controlla oggi quasi un quinto del territorio ucraino comprese le aree annesse o occupate dall’inizio della guerra. L’aeronautica ucraina ha denunciato un attacco massiccio con cinque missili balistici e oltre duecentoquaranta droni. Sono stati identificati anche tre ipersonici Kinzhal e due missili Iskander. Le difese hanno intercettato quasi centottanta bersagli ma sessantacinque droni hanno colpito infrastrutture critiche in quattordici località. Kiev riferisce che è stata distrutta la stazione ferroviaria di Fastiv mentre sei regioni sono rimaste al buio. Otto persone sono rimaste ferite e la Polonia ha fatto decollare i suoi caccia per prevenzione.



