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Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti

Bussoni (Confesercenti): “Microimprese ancora escluse, così la legge annuale per le Pmi non basta”

La Confederazione in difesa delle piccole attività, tema prioritario l’estensione dei Cofidi
venerdì, 5 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Sulle micro imprese, sul loro ruolo, sulla sostenibilità delle loro attività e quindi suoi problemi, il Governo non ha ancora attuato le misure chieste dalla Confesercenti. Un tema che secondo la Confederazione non può essere più rinviato anche alla delle norme europee. “Mancano misure strutturali per le microimprese, che restano di fatto fuori dal perimetro di intervento: così la legge annuale per le Pmi non è quella che avevamo auspicato”. Evidenzia il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, nel corso dell’audizione alla X Commissione Attività produttive della Camera sul disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese.

Rispettare le norme Ue

Bussino ricorda come la legge 180/2011 – lo “Statuto delle imprese” – preveda all’articolo 18 che il Governo presenti ogni anno alle Camere un ddl dedicato a micro, piccole e medie imprese, in attuazione della comunicazione europea “Una corsia preferenziale per la piccola impresa” e dello Small Business Act. “Per la prima volta dopo 14 anni il Governo esercita questa facoltà – ha osservato – ma il testo, già dal titolo, si concentra solo su piccole e medie imprese. Eppure il nostro tessuto produttivo è composto soprattutto da microimprese e imprese familiari, una specie in via di estinzione”.

Le difficoltà evidenti

Secondo Confesercenti, i numeri confermano le difficoltà: “Fare impresa è sempre più complicato e negli ultimi anni il saldo tra aperture e chiusure mostra un arretramento di oltre 22mila unità. Nel commercio, nel 2014 aprivano oltre 43mila attività; nel 2024 si sono fermate a poco più di 20mila”.

Cofidi e credito più ampio

Un capitolo specifico è stato dedicato ai Confidi. “L’attuale formulazione dell’articolo 7 – ha spiegato Bussoni – presenta elementi di disparità tra Confidi vigilati ex art. 106 TUB e Confidi non vigilati, ampliando le attività consentite solo ai primi. Serve invece una disciplina equilibrata, che valorizzi il ruolo di tutti i Confidi nel sostegno al credito delle Pmi”. Confesercenti chiede inoltre che ai Confidi sia riconosciuta la possibilità di svolgere attività di consulenza anche per i non soci, in linea con quanto previsto per altri intermediari vigilati, e che l’eventuale revoca dell’iscrizione all’albo avvenga solo in presenza di una riduzione significativa e prolungata del volume di attività finanziaria.

Hotellerie, norme da rivedere

Perplessità sono state espresse anche sulla definizione di “operatore economico della distribuzione nel settore Hotellerie-Restaurant-Catering” contenuta nell’articolo 13, ritenuta da Confesercenti priva di una reale utilità giuridica ed economica e non funzionale agli obiettivi del provvedimento.

Recensioni, garantire la trasparenza

Positivo, invece, il giudizio sulle norme riguardanti le recensioni online. “Le recensioni sono diventate uno strumento fondamentale per consumatori e imprese del turismo e dell’Horeca”, sottolinea Bussoni, “È essenziale garantire trasparenza, tutelare le valutazioni autentiche e contrastare i contenuti ingannevoli che possono danneggiare ristoratori e albergatori”. In quest’ottica l’associazione valuta favorevolmente i riferimenti normativi ai requisiti di liceità delle recensioni e ai divieti di acquisto o cessione di giudizi falsi”.

Legge Pmi risponda alle esigenze

La legge annuale per le Pmi è uno strumento potenzialmente decisivo”, conclude Bussoni, “Perché lo diventi davvero, il Parlamento deve rafforzare il testo, riportando al centro le microimprese e il sistema dei Confidi, cardini della struttura produttiva italiana”.

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