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Donald Trump Presidente Usa, Benjamin Netanyahu Primo Ministro Israeliano

Trump invita Netanyahu alla Casa Bianca e avverte: “Non destabilizzare la Siria”

Gaza, oltre 350 morti dall’inizio della tregua. Cisgiordania, indagine sull’aggressione ai volontari italiani
mercoledì, 3 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

La crisi mediorientale sta vivendo una nuova accelerazione politica e militare. Donald Trump ha chiamato Benjamin Netanyahu invitandolo alla Casa Bianca “nel prossimo futuro” e mettendo in guardia Israele dal rischiare una nuova escalation in Siria. La telefonata arriva dopo l’incursione avvenuta venerdì scorso nella Siria meridionale, la più mortale dall’inizio del conflitto interno seguito alla caduta del presidente Bashar al Assad, rovesciato quasi un anno fa. Damasco denuncia tredici morti e parla di “crimine di guerra”, mentre Tel Aviv sostiene di aver colpito un gruppo islamista. “È fondamentale che Israele mantenga un dialogo forte e genuino con la Siria” ha scritto Trump su Truth Social, avvertendo che qualsiasi interferenza potrebbe compromettere la transizione del Paese verso uno “stato prospero”. In una nota, il governo israeliano ha fatto sapere che Trump e Netanyahu hanno discusso di Gaza, ribadendo “l’impegno a disarmare Hamas e a smilitarizzare la Striscia” e affrontando il tema dell’estensione degli accordi di pace regionali.

Gaza, nuovi Raid

Nonostante la tregua annunciata a metà ottobre, la situazione nella Striscia resta gravissima. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, dall’entrata in vigore del cessate il fuoco le vittime a Gaza sono almeno 356 e i feriti 909. Ieri tre palestinesi sono stati uccisi in episodi separati: un fotoreporter colpito nella zona di Al Bureij, un uomo ucciso da un drone a Khan Yunis e un altro nel quartiere di Zeitoun. L’esercito israeliano afferma inoltre di aver eliminato due “terroristi” che avrebbero attraversato la linea gialla nel nord della Striscia. Continuano anche le trattative sugli ostaggi. Fonti della difesa citate dal Times of Israel sostengono che Israele si stia preparando a ricevere dei “resti” trasferiti da Hamas tramite la Croce Rossa, anche se non vi è alcuna conferma ufficiale. Restano non restituiti i corpi di Ran Gvili, poliziotto ucciso il 7 ottobre, e del cittadino thailandese Sudthisak Rinthalak. Hamas e la Jihad islamica hanno ripreso le ricerche a Beit Lahia.

Cisgiordania: un morto a Ramallah

In Cisgiordania le tensioni restano altissime. Le forze israeliane hanno chiuso tutti gli ingressi principali nell’area settentrionale di Ramallah e rafforzato la presenza nei villaggi circostanti. Secondo il Times of Israel, un palestinese è stato ucciso dai soldati dopo aver accoltellato due militari nei pressi dell’insediamento di Ateret. I due soldati sono rimasti feriti in modo lieve. Intanto prosegue l’indagine aperta da Israele sull’aggressione compiuta da una decina di coloni armati contro tre cooperanti italiani e un canadese nel villaggio di Ein el Duyuk, vicino Gerico. Gli attivisti, parte della campagna Faz3a, raccontano che i coloni sarebbero tornati già ieri pomeriggio “a bordo di quad, per terrorizzare i residenti”. Denunciano attacchi quasi quotidiani: vandalismi, furti di bestiame, porte divelte, vetri rotti, perfino capre rubate. Ein el Duyuk si trova in Area A, sotto controllo dell’Autorità palestinese, ma la polizia locale avrebbe “poteri molto limitati” per il timore di rappresaglie. Secondo gli attivisti, l’esercito israeliano “si rifiuta quasi sempre di intervenire”, e nelle aree B e C interviene “per arrestare palestinesi”.

Britannici addestrati in Israele, è polemica

A Londra si apre un fronte politico interno. Il governo di Keir Starmer ha ammesso che “meno di cinque” ufficiali britannici hanno seguito corsi di formazione in Israele negli ultimi due anni, nonostante le accuse di crimini di guerra rivolte alle Idf per la campagna su Gaza dopo il 7 ottobre 2023. L’ammissione arriva dal sottosegretario alla Difesa Al Carns, in risposta a un’interrogazione della deputata Zarah Sultana. Lo stesso sito Declassified aveva rivelato che anche militari israeliani hanno frequentato corsi al Royal College of Defence Studies, tra cui Yeftah Norkin, poi impegnato in operazioni nel sud del Libano. “Inconcepibile”, ha commentato il generale britannico in pensione Charlie Herbert.

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