Il Presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno valutando l’estensione delle operazioni militari nell’area caraibica fino al Venezuela, nell’ambito della campagna “Southern Spear” contro narcotraffico e traffici illegali. L’annuncio, diffuso durante un comizio in Florida e ribadito dal Pentagono, ha immediatamente acceso le tensioni con Caracas. Secondo fonti della Casa Bianca, l’ipotesi riguarderebbe un rafforzamento della presenza navale e aerea nelle acque internazionali adiacenti al Paese sudamericano, con l’obiettivo di “interrompere le rotte del contrabbando di carburante e armi”. Non è stata esclusa la possibilità di pattugliamenti congiunti con alleati regionali, tra cui Colombia e Brasile. Il governo di Nicolás Maduro ha reagito duramente, definendo la mossa “una provocazione diretta contro la sovranità venezuelana”. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, ha annunciato esercitazioni militari straordinarie con la partecipazione di unità russe già presenti nel Paese. “Il Venezuela non si piegherà a minacce imperiali”, ha dichiarato in un discorso televisivo. La notizia ha suscitato preoccupazione anche tra osservatori internazionali. L’Organizzazione degli Stati Americani ha chiesto “prudenza e dialogo”, mentre l’ONU ha ricordato che “qualsiasi operazione militare deve rispettare il diritto internazionale”. Sul fronte interno, Trump ha presentato l’iniziativa come parte della sua strategia di “tolleranza zero” verso i cartelli della droga, sottolineando che “il Venezuela è diventato un hub criminale che minaccia la sicurezza degli Stati Uniti”. Gli analisti avvertono che un’escalation militare potrebbe destabilizzare ulteriormente la regione, già segnata da crisi economiche e flussi migratori. Per ora, la decisione resta in fase di valutazione, ma il solo annuncio ha già inasprito lo scontro diplomatico tra Washington e Caracas.
Trump minaccia Caracas: operazioni militari Usa pronte ad estendersi al Venezuela
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