Le incessanti piogge che da giorni flagellano la regione centrale del Vietnam hanno provocato almeno 41 vittime e costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. Le province più colpite sono Quang Nam, Thua Thien-Hue e Quang Ngai, dove interi villaggi sono stati sommersi dall’acqua e le infrastrutture hanno subito danni ingenti. Secondo il Comitato nazionale per la gestione dei disastri, oltre 12.000 case risultano allagate e più di 20 ponti sono stati danneggiati o distrutti, isolando diverse comunità rurali. Le autorità hanno mobilitato l’esercito per le operazioni di soccorso, con elicotteri e imbarcazioni impegnati nell’evacuazione dei residenti intrappolati. Il premier Pham Minh Chinh ha convocato una riunione straordinaria, definendo la situazione “una delle peggiori emergenze climatiche degli ultimi anni”. Ha inoltre chiesto un rafforzamento immediato delle dighe e delle barriere fluviali, mentre squadre di ingegneri lavorano per ripristinare l’energia elettrica e le comunicazioni nelle aree colpite. Le piogge, legate a una perturbazione tropicale proveniente dal Mar Cinese Meridionale, hanno provocato frane e smottamenti che hanno reso estremamente difficili le operazioni di soccorso. Almeno 15 scuole sono state chiuse e centinaia di ettari di risaie risultano devastati, con conseguenze pesanti per l’economia agricola locale. La Croce Rossa vietnamita ha lanciato un appello internazionale per fornire aiuti umanitari, mentre l’ONU ha espresso solidarietà e si è detta pronta a inviare supporto logistico. “Il Vietnam è uno dei Paesi più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico,” ha ricordato un portavoce dell’organizzazione. Intanto, la popolazione cerca di resistere. In molti centri di accoglienza, famiglie intere hanno trovato rifugio, mentre volontari distribuiscono cibo e acqua potabile. Ma la paura resta alta: le previsioni meteo indicano che le piogge potrebbero continuare almeno fino alla prossima settimana.



