“Disciplinare in maniera organica il tema della tutela e della messa in sicurezza del territorio, garantendo un quadro chiaro, omogeneo ed efficace rispetto agli obiettivi di prevenzione e adattamento”. È il messaggio lanciato dalla Cna con l’iniziativa dal titolo: “Dalla logica dell’emergenza alla cultura della prevenzione”. Nel confronto sono presentate una serie di proposte su un tema che riveste una doppia valenza per il sistema delle piccole imprese: “assicurare sicurezza alle attività economiche rispetto agli eventi catastrofali e definire una strategia di cura del territorio che vede protagoniste le piccole imprese, una platea di oltre 600mila imprese che quotidianamente si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria del Paese”.
Una legge nazionale
“Le nostre proposte”, spiega la Confederazione nazionale degli artigiani, “prevedono l’approvazione di una Legge nazionale per fornire un quadro strategico unitario in grado di orientare in maniera decisa le singole Regioni secondo obiettivi e principi comuni.
Coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali e della società civile nella definizione di strategie e politiche orientate a principi di trasparenza, partecipazione ed efficacia”. In questo ambito, per la Cna, la mappatura ed il monitoraggio si configurano quali tasselli fondamentali sia ai fini della pianificazione sia della “messa a terra” degli interventi di riqualificazione. Occorre tuttavia per la Confederazione, “implementare un censimento strutturato delle aree e dei territori, dei processi di edificazione, la registrazione completa degli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione (anche in vista della futura Direttiva Casa), la mappatura delle aree dismesse e classificazione delle stesse”.
Risorse in riduzione
“La tutela del territorio rappresenta una delle priorità per la Cna”, commenta il presidente Dario Costantini, “nelle conclusioni vogliamo un paese dove imprese e cittadini non devono vivere nel terrore di perdere tutto a causa di un evento catastrofale, e vogliamo un paese che riconosca nella pratica quotidiana il valore della sostenibilità”.
Costantini sottolinea che “gli obiettivi ambiziosi della transizione green e della messa in sicurezza del territorio non sono raggiungibili senza un pieno e costante coinvolgimento delle imprese artigiane”.
Per il leader della Cna, tuttavia, “le risorse per la salvaguardia e la tutela del territorio sono in costante riduzione. Ma non è solo un problema di risorse. C’è l’immancabile coacervo burocratico. La gestione del territorio fa capo allo Stato, alle Regioni, alle autorità di bacino, alla protezione civile e agli enti locali. Un efficace coordinamento dovrebbe rappresentare un primo passaggio per costruire un sistema in grado di dare tranquillità e sicurezza a cittadini e imprese”.
Politica distratta
Purtroppo, osserva ancora Costantini, “registriamo una scarsa attenzione da parte della politica e dobbiamo rilevare che lo Stato continua ad arretrare rispetto a funzioni essenziali. “Stiamo assistendo alla privatizzazione dei danni da eventi catastrofali” fa presente Costantini parlando del tema dell’obbligo di polizza per le imprese”. “Ci sono ancora molti temi da chiarire, l’unica certezza è che il fisco incassa un’Iva di 22,5 euro ogni 100 di premio della polizza. Non ci sono, in concreto, certezza su tempi e modalità di indennizzo. Dall’obbligo sono esclusi alcuni fenomeni meteorologici. È molto probabile che si produrrà un enorme contenzioso che farà felici solo gli studi legali”.
“Si sta sviluppando un mercato “, rivela Costantini, “caratterizzato da prodotti che hanno poco a che fare con le necessità di copertura assicurativa ma rispondono all’esigenza di rispettare l’obbligo per poter accedere a finanziamenti e incentivi. L’esatto contrario rispetto a un percorso virtuoso per costruire una cultura della prevenzione”.
Parlamentari ed esperti
All’iniziativa della Cna sono presenti parlamentari ed esperti. Il presidente della Commissione d’inchiesta parlamentare sul rischio idrogeologico e sismico, Pino Bicchielli, sottolinea come “il nostro Paese insieme a Cile e Giappone è tra i più fragili ed è un imperativo affermare una cultura della prevenzione. Il primo passaggio è rivedere la governance della gestione del territorio e delle emergenze che oggi è disarticolata e non è chiara nelle attribuzioni e nelle competenze”. Sulla necessità di un coordinamento efficace intervengono i parlamentari Marco Simiani e Massimo Milani della Commissione ambiente della Camera.
Il Presidente di Cna Costruzioni, Riccardo Roccati, evidenzia il ruolo delle imprese nell’attività di prevenzione e di manutenzione del territorio ricordando che “esistono già strumenti che vanno migliorati. Ad esempio, valorizzare la funzione delle imprese che conoscono il territorio e il codice degli appalti dovrebbe privilegiare le imprese di prossimità nelle opere di manutenzione. Le nostre imprese sono pronte, ne danno dimostrazione tutti i giorni ma occorrono strategia e programmazione”.
Investire nella prevenzione
Nella presentare il rapporto, la responsabile delle politiche ambientali Cna, Natalia Gil Lopez, illustra le proposte della Confederazione e mette in risalto che “ogni euro investito in prevenzione consente di risparmiare fino a 6 euro di perdite economiche”.
Alessandro Trigila di Ispra, presenta una fotografia preoccupante sul quadro del dissesto idrogeologico in Italia mentre Andrea Barbabella di Italy for Climate mette in evidenza che la prevenzione” è essenziale ma è altrettanto fondamentale accelerare sul processo di mitigazione climatica”.



