Ieri la Camera ha approvato all’unanimità, con 227 voti favorevoli, la proposta di legge che introduce nel codice penale la nozione di ‘consenso libero e attuale’ per gli atti sessuali. Il testo riscrive integralmente l’articolo 609-bis e stabilisce che ogni atto sessuale senza consenso è violenza sessuale. Il provvedimento passa ora al Senato. La riforma nasce da un emendamento condiviso dalle relatrici Carolina Varchi (FdI) e Michela Di Biase (Pd), dopo un confronto politico che ha coinvolto anche il Presidente del Consiglio Meloni e la Segretaria del Pd Schlein. Il nuovo impianto normativo si allinea alla Convenzione di Istanbul e chiarisce che il consenso deve essere espresso, libero, attuale, revocabile in qualsiasi momento.
“Siamo felicissimi di questo grande passo avanti per il Paese, una piccola grande rivoluzione culturale”, ha detto la numero uno dei dem. “Finalmente si chiarisce che ogni atto sessuale senza consenso è violenza. Non basta l’assenza di un dissenso esplicito per dedurre il consenso. Il principio entra nella legge”.
L’obiettivo del testo
Carolina Varchi ha sottolineato l’obiettivo del testo: “Il consenso deve essere libero, attuale ed effettivo: non simulato, non viziato e sempre contestuale alla condotta. È una riforma indispensabile per tutelare la libera autodeterminazione della persona. Si eliminano dubbi interpretativi e si riduce la discrezionalità. Il Parlamento ha scelto ciò che unisce”. Dai banchi dell’opposizione è arrivato un sostegno netto. Maria Elena Boschi (Italia Viva) ha affermato: “Il sesso senza consenso è stupro. Era necessario intervenire. Quasi il 14% dei giovani pensa che un no possa significare sì. Questa legge allinea l’Italia alle legislazioni più avanzate. Ma non basta cambiare una norma: serve un investimento educativo e culturale”.
Per Mara Carfagna (Noi Moderati) il testo introduce un cambio di prospettiva: “L’aggressione sarà qualificata come violenza sessuale senza che la vittima debba dimostrare di non aver reagito. Il reato si concentra sull’assenza di un sì esplicito. L’Italia non chiederà più alle donne di giustificarsi perché non hanno gridato o non sono fuggite”. Debora Serracchiani (Pd) ha richiamato il percorso giurisprudenziale che ha portato alla definizione del consenso in termini di libertà e attualità: “Oggi assistiamo a un cambio di paradigma. La violenza è tale anche senza minaccia o costrizione, se manca un consenso libero e attuale. Il lavoro continua”.
Dignità umana inviolabile
Forza Italia ha espresso voto favorevole ricordando la storia bipartisan delle leggi contro la violenza: “La violenza sessuale non riguarda solo le donne”, ha affermato Marrocco. “Colpisce anche uomini, giovani e minori. La dignità umana è inviolabile. Quando si difende la persona non esistono bandiere”. Giorgio Mulè ha aggiunto: “Scrivere nel codice penale che ogni atto sessuale senza consenso è violenza equivale a erigere un muro contro abusi e prevaricazioni”.
Anche la Vicepresidente della Camera Anna Ascani (Pd) ha parlato di un passaggio significativo: “Senza un sì esplicito ciò che una donna subisce è stupro. Non ci sono segnali da interpretare. Il voto rappresenta una conquista per tutte le donne e per il Paese”.
Dal fronte sindacale la Segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, ha definito l’approvazione un punto di svolta: “Da oggi un atto sessuale senza consenso libero e attuale è stupro. Questa norma aiuta a cambiare la cultura. Il dibattito che abbiamo sostenuto deve ora diventare seme di cambiamenti più ampi”. Nella stessa direzione Deborah Bergamini (Forza Italia): “Si stabilisce in modo chiaro che senza consenso c’è violenza. È un passo avanti nella tutela della libertà personale. La violenza sessuale colpisce tutti, anche uomini e ragazzi che spesso restano invisibili. La riforma mette al centro le vittime e rafforza i diritti”.



