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Zelensky e Witkoff domani in Turchia, ma senza la Russia

martedì, 18 Novembre 2025
1 minuto di lettura

Volodymyr Zelensky accelera su tutti i fronti: militare, diplomatico e politico interno. Dopo la visita ieri in Francia e la tappa odierna in Spagna, dove incontrerà Pedro Sanchez e il re Felipe VI per discutere nuovi acquisti di armamenti americani, il presidente ucraino volerà domani in Turchia. Obiettivo dichiarato: “intensificare i processi diplomatici” e “avvicinare la fine della guerra”, rilanciando i negoziati e lavorando allo scambio dei prigionieri.

Ad Ankara, Zelensky vedrà il presidente Recep Tayyip Erdogan e l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, impegnato da mesi in una diplomazia parallela che lo ha portato anche più volte da Vladimir Putin. Mosca però non ci sarà. Il Cremlino ha confermato che nessun rappresentante russo parteciperà agli incontri di domani, limitandosi ad “attendere informazioni” su quanto verrà discusso a Istanbul.

Intanto la tensione tra Kiev e Mosca resta altissima. La Russia rivendica nuovi avanzamenti nel Donetsk e altri due villaggi conquistati, mentre un bombardamento a Kharkiv ha ucciso una ragazza di diciassette anni. Nella regione di Dnipro proseguono le offensive russe e in Polonia Donald Tusk parla apertamente di “sabotaggio” riguardo all’esplosione su una linea ferroviaria tra Varsavia e Lublino.

Sul fronte degli alleati, Zelensky incassa il maxi contratto con Parigi per l’acquisto di 100 caccia Rafale. Una scelta che irrita il Cremlino, secondo cui la Francia “alimenta la guerra”. In Italia, il Consiglio Supremo di Difesa riunito al Quirinale ha confermato l’invio del dodicesimo pacchetto di aiuti militari, sottolineando il “prezzo sempre più pesante” pagato dalla popolazione ucraina e l’urgenza per l’Europa di rafforzare le proprie capacità di difesa. Ampio spazio è stato dedicato anche ai rischi della “minaccia ibrida” russa: disinformazione, manipolazione dello spazio cognitivo e cyberattacchi alle infrastrutture critiche.

Sul fronte politico interno, Zelensky si prepara a una settimana complicata. Giovedì riunirà il Consiglio Supremo ucraino e la dirigenza della Rada per affrontare lo scandalo corruzione che ha investito il governo, con due ministri dimissionari e arresti nell’agenzia per l’energia atomica. Le pressioni arrivano anche dall’interno: molti esponenti del suo stesso partito, Servitore del Popolo, chiedono la testa del potentissimo capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak. Secondo Ukrainska Pravda, quasi tutta la dirigenza interpellata da Zelensky gli avrebbe suggerito di rimuoverlo per evitare un crollo della maggioranza.

Un quadro che Mosca sfrutta immediatamente. Il portavoce Dmitry Peskov sostiene che lo scandalo “non resterà senza conseguenze” e spingerà i Paesi europei a pensarci “dieci volte prima di inviare anche un centesimo a Kiev”.

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