Un ordigno esplosivo ha devastato un tratto della linea ferroviaria tra Varsavia e Lublino, nel villaggio di Mika, a circa 100 chilometri dalla capitale. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha definito l’episodio “un atto di sabotaggio senza precedenti”, sottolineando che l’attacco ha colpito “direttamente la sicurezza dello Stato e dei suoi civili”. L’esplosione, avvenuta domenica mattina, ha distrutto i binari e interrotto temporaneamente il traffico ferroviario su una tratta considerata strategica per il trasporto di aiuti umanitari e militari verso l’Ucraina. Secondo le autorità, non ci sono state vittime, ma i danni sono ingenti e le indagini sono in corso. Sul posto sono intervenuti i servizi di sicurezza e la procura, che stanno analizzando i resti dell’ordigno e raccogliendo testimonianze. Tusk ha visitato il luogo dell’attacco insieme al ministro dell’Interno Marcin Kierwiński e al coordinatore dei servizi speciali Tomasz Siemoniak. “Prenderemo i responsabili, chiunque essi siano,” ha dichiarato il premier. Sebbene non siano state avanzate accuse ufficiali, l’ombra della Russia aleggia sul caso, in un contesto di crescente tensione tra Varsavia e Mosca per il sostegno polacco all’Ucraina. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso “solidarietà piena al popolo polacco” e ha definito l’attacco “un segnale inquietante per la sicurezza dell’intera Unione”. La linea Varsavia-Lublino è una delle principali arterie ferroviarie dell’est del Paese e rappresenta un corridoio logistico cruciale per i rifornimenti diretti al confine ucraino. Negli ultimi mesi, la Polonia ha denunciato diversi tentativi di sabotaggio e atti di spionaggio, attribuiti a reti filo-russe. Mentre il traffico ferroviario è stato parzialmente ripristinato, il governo ha annunciato un rafforzamento delle misure di sicurezza su tutte le infrastrutture critiche. “Non ci faremo intimidire,” ha concluso Tusk.



