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Mattarella al Bundestag: “Minaccia da troppi nuovi dottor Stranamore”

Nel Parlamento federale tedesco duro attacco del Presidente contro la corsa agli armamenti, stragi di civili da Kiev a Gaza e allentamento dei vincoli sull’atomica
lunedì, 17 Novembre 2025
3 minuti di lettura

Sergio Mattarella ieri al Bundestag (il Parlamento federale della Germania) ha messo in guardia da “nuovi dottor Stranamore” e ha chiesto che i crimini di guerra, da Kiev a Gaza, non restino senza risposta. Davanti ai deputati tedeschi, per la Giornata del lutto nazionale a 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il Presidente della Repubblica ha attaccato la corsa a nuove armi e il logoramento dei vincoli sul nucleare. “Nuovi ‘dottor Stranamore’ si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba ‘amare la bomba’”, ha in pratica denunciato. Ha ricordato che il Trattato del 1997 che vieta gli esperimenti nucleari “non ha ancora visto la ratifica” di Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele, Iran, Egitto, Stati Uniti, e che la Russia ha ritirato la propria nel 2023: “Il rispetto, sin qui, delle prescrizioni che contiene, non attenua la minaccia incombente”, ha avvertito, parlando di “percorsi ad alto rischio” e di un “nuovo vaso di Pandora” che rischia di aprirsi.
Il Capo dello Stato ha criticato il linguaggio “perentorio, duramente assertivo” oggi diffuso sulla scena globale, che “rivendica supremazia” e accompagna la messa in discussione di trattati e organismi creati per frenare la violenza: “Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia”.

Il richiamo di Norimberga

“La guerra di aggressione è un crimine”, ha sottolineato poi e ha richiamato Norimberga e le parole del Procuratore Robert Jackson: se si riuscirà a imporre l’idea che la guerra d’aggressione “è la via più diretta per la cella di una prigione e non per la gloria, avremo fatto un passo per rendere la pace più sicura. Tocca a noi, tocca anche a noi”, ha insistito, chiamando in causa Italia e Germania come popoli “uniti nella sofferenza” della guerra mondiale e oggi chiamati a essere uniti “nella costruzione di un futuro di pace e di progresso. Quanti morti serviranno ancora prima di mettere fine alle guerre?”, ha chiesto il Capo dello Stato. Ha ricordato le cifre del Novecento: “La Prima guerra mondiale lasciò sul terreno almeno 16 milioni di morti, la metà civili. La Seconda, estesa al Pacifico, vide circa settanta milioni di morti”. Ma, ha aggiunto, non si tratta di numeri: “Sono persone”.
Il presidente ha collegato quelle pagine al presente: “Dal ‘mai più guerre’ siamo passati a ‘di nuovo guerra’. E oggi il conflitto colpisce soprattutto chi combattente non è”. Ha elencato i teatri dove il principio della protezione dei civili è stato calpestato: “Dal Biafra ai Balcani, dal Ruanda alla Siria, fino al Sudan, all’Ucraina e alla Striscia di Gaza. Oggi, secondo le Nazioni Unite, oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito”, ha detto, ricordando anche i 122 milioni di sfollati e rifugiati nel mondo: “Non si tratta di statistiche. Sono volti, persone in cammino, famiglie cancellate”.

Violazione del diritto internazionale umanitario

Mattarella ha denunciato le violazioni del diritto internazionale umanitario: “Nessuna ‘circostanza eccezionale’ può giustificare i bombardamenti nelle aree abitate, l’uso della fame contro le popolazioni, la violenza sessuale”. La caduta della distinzione tra civili e combattenti “colpisce al cuore lo stesso principio di umanità” e si traduce in “rappresaglie contro innocenti”, mentre “oggi a Kiev, a Gaza” il volto della guerra “diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa”. Da qui la richiesta di rilanciare regole e cooperazione: “Tocca alla Repubblica Federale Tedesca, tocca alla Repubblica Italiana opporre la forza del diritto al preteso diritto della forza”, ha detto. La pace, ha aggiunto, “non è frutto di rassegnazione, ma di iniziative coraggiose”. Ha difeso il multilateralismo: Nazioni Unite, Corte penale internazionale, missioni di pace, agenzie umanitarie sono “l’utensile che raffredda le divergenze” e “il linguaggio della comune responsabilità”, contro “la logica di una spregiudicata presunta ragion di Stato”.
“La sovranità è dei cittadini e non di un Moloch impersonale che pretenda di determinarne i destini”, ha detto ancora. E ha indicato nella costruzione di una “coscienza globale” l’unico argine alla “sopraffazione di chi, sentendosi momentaneamente in posizione di vantaggio, si ritiene legittimato a depredare gli altri”.
La mattinata del Capo dello Stato si è aperta con il Presidente federale Frank-Walter Steinmeier insieme al memoriale della Neue Wache, per la deposizione di una corona di fiori nella Giornata di lutto nazionale, in memoria delle vittime di guerra e violenza.

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