Mentre a Berlino i ministri della Difesa di Francia, Regno Unito, Italia e Polonia denunciavano che il 93% dei raid di Mosca è diretto contro obiettivi civili, la notte scorsa nuovi attacchi russi hanno colpito Dnipro e la regione circostante provocando incendi in città e danni a diverse aziende private, con un’auto distrutta. Anche la regione di Nikopol è stata bersagliata da droni, artiglieria e lanciarazzi Grad. Un uomo di sessantacinque anni è morto, un edificio inutilizzato e un’auto sono stati incendiati e sono rimasti danneggiati un’impresa privata, un palazzo di cinque piani, case, un gasdotto e altri veicoli. Nella regione di Synelnykivskyi sono state colpite le comunità di Rozdorska e Pokrovska e un uomo di cinquantadue anni è rimasto ferito, mentre sono andati a fuoco un centro culturale e abitazioni private. L’offensiva arriva dopo uno dei bombardamenti più pesanti su Kiev dall’inizio della guerra, nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, con almeno sei morti e decine di feriti. Allora, secondo le autorità locali, erano stati usati quattrocentotrenta droni e diciotto missili. Grattacieli, una scuola, una struttura medica ed edifici amministrativi in nove distretti della capitale erano stati colpiti da detriti e incendi, con un condominio crollato nel quartiere orientale di Lisovyi e due vittime registrate in un mercato nella regione di Odessa. Anche sul fronte di Donetsk i russi rivendicano progressi. Secondo l’analista militare Andrey Marochko, citato dall’agenzia russa Tass, le forze di Mosca avrebbero completato l’accerchiamento dei reparti ucraini nella zona di Dimitrov impedendo loro di lasciare la città. Kiev non conferma queste informazioni, ma da settimane riconosce crescenti difficoltà sul fronte di Pokrovsk e nel Donetsk occidentale.
Gli attacchi ucraini in Russia
Kiev ha risposto portando la guerra sempre più in profondità nel territorio russo. Nella notte tra ieri e oggi una raffineria nella regione di Ryazan, circa duecento chilometri a sud est di Mosca, è stata attaccata da droni ucraini, secondo quanto riferito da canali Telegram russi e ucraini che hanno diffuso immagini di un incendio negli impianti. Il governatore di Ryazan ha parlato di un rogo in un’azienda provocato da frammenti di drone, senza feriti. Il ministero della Difesa russo ha indicato la regione come la più colpita dai droni ucraini nella mattinata, con venticinque velivoli abbattuti. Nelle ultime settimane Kiev ha lanciato uno dei suoi più grandi attacchi con droni ad ala fissa contro il territorio russo, costringendo le autorità del porto di Novorossijsk sul Mar Nero a dichiarare lo stato di emergenza dopo diversi feriti e danni a infrastrutture petrolifere. Il presidente Volodymyr Zelensky ha confermato l’uso anche di missili da crociera a lungo raggio di produzione nazionale, i Long Neptune, senza specificare gli obiettivi.
Pressione sulle ferrovie ucraine
Nel mirino degli attacchi ucraini ci sono soprattutto le infrastrutture energetiche, mentre la Russia concentra il fuoco sulle vie logistiche di Kiev. Il Guardian riferisce che dal luglio scorso gli attacchi russi contro la rete ferroviaria ucraina sono triplicati. Il vice primo ministro Oleksii Kuleba ha stimato in un miliardo di dollari i danni da inizio anno, con circa ottocento attacchi e più di tremila strutture ferroviarie colpite. Mosca prenderebbe di mira in modo particolare i convogli e i macchinisti, nel tentativo di paralizzare il trasporto di merci e truppe. In un paese vasto come l’Ucraina le ferrovie restano fondamentali, trasportando oltre il 63% del traffico merci e il 37% dei passeggeri. Nessun aeroporto civile è operativo dall’invasione e anche i leader stranieri in visita entrano e escono quasi esclusivamente in treno.
La condanna dell’ONU
Sul piano internazionale, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha definito gli attacchi russi “inaccettabili violazioni del diritto umanitario” ribadendo la richiesta di un cessate il fuoco totale e immediato come primo passo verso una pace giusta che rispetti pienamente la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il suo portavoce ha ricordato che le vittime civili tra gennaio e ottobre sono aumentate di quasi il trenta per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che il totale dei morti e dei feriti nei primi dieci mesi del duemilaventicinque ha già superato l’intero bilancio del duemilaventiquattro.
Scandalo Energoatom
All’interno dell’Ucraina, intanto, prosegue la campagna anticorruzione. L’Ufficio nazionale anticorruzione ha chiesto l’arresto dell’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, accusato di arricchimento illecito in un vasto scandalo legato alla compagnia nucleare statale Energoatom. Secondo gli inquirenti, Chernyshov avrebbe ricevuto oltre un milione e duecentomila dollari e centomila euro attraverso un sistema di tangenti per finanziare la costruzione di ville di lusso vicino Kiev. Nello stesso caso risultano indagati altre sette persone e il principale regista dello schema sarebbe Timur Mindich, descritto come stretto collaboratore del presidente Zelensky.



