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Pioggia di missili e droni su Kiev e Odessa. Crosetto e Tajani rilanciano il sostegno a Kiev, nuovo pacchetto di aiuti

Vertice a Berlino dei ministri della Difesa di Francia, Regno Unito, Italia e Polonia mentre Zelensky valuta il ritiro da Pokrovsk
sabato, 15 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Al vertice di Berlino dei ministri della Difesa di Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Polonia, Guido Crosetto ha adottato una linea molto netta sul sostegno all’Ucraina. “Mi sembrerebbe assurdo non continuare a farlo e anzi non aumentare, con tutte le possibilità che abbiamo, il nostro aiuto a una nazione che non sta facendo altro che difendersi da un attacco assurdo e incomprensibile” ha dichiarato annunciando l’approvazione del dodicesimo pacchetto di aiuti militari e civili, che comprende anche generatori elettrici per l’inverno. Citando un dato della presidente della Commissione europea Kaja Kallas, Crosetto ha ricordato che “nel novantatre per cento dei casi gli attacchi russi si rivolgono contro obiettivi civili”, confermando che “si tratta di una guerra della Russia contro i cittadini ucraini”. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato da Roma che “è già pronto un nuovo pacchetto che firmeremo nelle prossime ore”, sottolineando la necessità di “lavorare per costruire la pace” ma precisando che ogni prospettiva negoziale resta legata al mantenimento della pressione su Mosca. Al termine della riunione in formato E5 Crosetto ha poi ribadito che “l’Europa e l’Occidente sono al fianco dell’Ucraina. Abbiamo unito risorse ed energie per sostenere Kiev, che affronta il suo quarto inverno di guerra”. Da parte sua il ministro tedesco Boris Pistorius ha annunciato ulteriori 150 milioni per acquistare armi statunitensi per Kiev, ricordando che la Russia “colpisce in modo massiccio le infrastrutture civili”. Ha definito prematuro discutere di una missione di pace e ha evitato commenti sui missili Taurus.

Raid su Kiev e Odessa

Mentre a Berlino si discuteva di sostegno militare, la Russia ha lanciato un nuovo attacco su larga scala contro l’Ucraina, con centinaia di droni e missili diretti soprattutto su Kiev e sulla regione di Odessa. Secondo Volodymyr Zelensky sono stati impiegati circa 430 droni e 18 missili: almeno quattro persone sono morte e decine sono rimaste ferite. I raid hanno colpito aree residenziali e infrastrutture energetiche, lasciando interi quartieri senza luce e riscaldamento. La protezione civile e il sindaco Vitali Klitschko segnalano danni in otto distretti, con undici palazzi colpiti, una scuola, strutture mediche ed edifici amministrativi. Roberta Metsola ha definito “terribili” le scene viste in città, ricordando che tra le vittime ci sono bambini. Droni russi hanno colpito anche Odessa, dove si registrano almeno due morti e sette feriti. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha sollecitato l’attuazione delle decisioni del G7 sul congelamento dei beni russi.

Pokrovsk, possibile ritiro

Sul terreno la situazione più critica resta quella di Pokrovsk. Per la prima volta Zelensky non esclude un ritiro, pur ribadendo che la decisione spetta ai comandanti. “Nessuno obbliga i nostri soldati a morire per delle rovine” ha detto, accusando Mosca di voler dimostrare a Donald Trump che Kiev deve rinunciare al Donbass. Il presidente ha inoltre rivendicato l’uso dei missili Long Neptunes contro obiettivi militari in Russia, definendoli “una risposta giusta al terrorismo”, e ha riferito che i sistemi Patriot hanno intercettato quattordici missili russi in una sola notte. La guerra intanto si estende sempre più dentro il territorio russo. L’intelligence ucraina conferma un attacco al terminal petrolifero di Novorossiysk, che ha costretto Transneft a sospendere le forniture. La raffineria di Saratov, colpita più volte, ha fermato la produzione primaria dopo l’incendio di un grande serbatoio.

Zelensky e la lotta alla corruzione

Sul fronte interno Zelensky tenta di arginare l’impatto degli scandali dopo le dimissioni dei ministri di Giustizia ed Energia. In un incontro con la premier Yuliia Svyrydenko ha annunciato l’avvio di verifiche nelle aziende statali, da trasmettere alle forze dell’ordine e alle agenzie anticorruzione. Il consigliere Andrii Yermak ha definito il presidente “una persona di sani principi”, accusando alcune forze politiche di sfruttare le inchieste per attaccare la leadership.

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